Muse a Milano: 36-37-38

In realtà tutto quello che ho da dire è una prosecuzione di questo.

Sapete cosa è, ci ho messo circa quattro ore a scrivere in modo bilanciato e obbiettivo su Yahoo. Perché lì è una cosa diversa: qua se parte la madonna mi capite. O almeno lo capite se mi avete sempre letto. Nel caso sennò ve lo faccio capire nei commenti.

A Milano ho vissuto tre date molto diverse. Il fatto è che in questi 16 anni (Febbraio 2000, supportavano i Bush e io sì, a Gavin gli ho detto che è tutta colpa sua) siamo invecchiati entrambi. Cambiati: loro spaccavano cose e io bevevo litri di birra senza che il mio stomaco si lamentasse. Ora Matt si rompe un dito del piede e quindi cialtroneggia meno e io invece alla seconda birra di fila inizio a ruttare come un geyser. Naturalmente anche in altro: i Muse hanno raggiunto un livello di professionismo che altri team/band non hanno al momento e io sto arrancando facendo lo stesso. Di loro ci sono tante cose che apprezzo, ma devo affermare che se andiamo a raschiare i sentimenti non ho pianto come negli altri tour o ho sentito quella cosa che i romanzierirosa chiamano farfalle. Era più un EDDAI CAZZO SI. Quella Apocalypse Please, Bliss, Citizen Erased sentita era non era un regalo ma un dovuto. Mi ha dato un po’ noia, anche se poi quando le senti le vibrazioni che hai dentro sono le stesse. Ma forse boh… Sono quelle cose che mi chiedevo come quando suonava SMBH e mi dicevo “E dire che ci avevo pianto ma rispetto alle cose dopo guarda te come non sfigura” o come quando canta senza una chitarra in mano (i momenti neomelodico li chiamammo) e ti sembra ancora tanto strano.

Damn fucking best band in the whole world ❤ #muse #museweek #honor7 #livemusicphotography

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Trentasei: 14 Maggio

Mi ricordo quando presi con scazzo ‘sto biglietto a Settembre 2015. Pioveva, una di quelle mattinate olandesi dove ti sveglia il sole, arrivi a farti il caffè e c’è il tifone, tempo che cerchi il gatto e già piove. Mi giravano le ballissime perché questa data che volevo era soldout sul sito loro il giorno prima e quindi presi il 15 per sicurezza. Quindi ero lì che facevo F5 su ticketonemerda per avere il parterre. Volevo il 14 perché sì, non so. Poi uscì la data di Amsterdam e la presi per capire dove poteva andare questo tour, e fui contenta dell’acquisto. Ma comunque: non è stata la data più perfetta del mondo. Ed era strano per i Muse avere uno scazzo audio: vi ho detto che loro hanno la miglior crew possibile e che insomma… precisini lo sono. Ma è stata una data parecchio “mia”. Non perfetta, ma con una setlist che apprezzo. E soprattutto questo era un tour da vivere nel parterre. Posso dire che sinceramente sono due spettacoli diversi e spero che voi abbiate avuto modo di viverlo dal parterre: non solo perché per come erano le luci 3/4 di show da sopra era come guardarli in pianurapadana a Novembre. Ma proprio perché boh, le emozioni avute sotto non le ho avute stando in tribuna sopra.

Insomma: è tutto bello e non ho neppure visto tutto il concerto attraverso uno smartphone perché ci si poteva spostare senza stare lì incollati senza spazio vitale. Mi è piaciuto, ma non è stato ConcertoDellaVita.

Hell knows how much I hate feeling good but this time my #honor7 gave me a little nice remember #muse #dronestour #museweek

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Trentasette: 15 Maggio

Ho portato mia mamma dandole il biglietto e quando le ho chiesto come le fosse sembrato mi ha detto “Pesaro mi era piaciuto di più, la scaletta qua bah”. Non posso darle torto: fossi in me e voi farei una classaction per quella roba lì suonata (ma Feeling Good l’ha fatta davvero per la su’ Ma’? Non fatemi dire.). Per questa giornata ho avuto l’occasione di collaborare con i De Staat (occhio: i miei endorsment nei post precedenti sono genuini. A me loro piacciono davvero un casino da tempo) e quando abbiamo parlato il pomeriggio mi hanno anche detto che sì, i Muse li avevano scoperti col video di Witch Doctor e che comunque avevano assicurato che il pubblico italiano sarebbe stato entusiasta di accoglierli, un po’ come capita sempre. Ho avuto quei 30 secondi à la Homer dove l’omino del mio cervello ha pensato “ah, ecco, quindi i Muse pensano che qualsiasi cosa facciano qui noi italiani gli si perdona tutto”. Poi ho pensato che tolta una piccola percentuale di fan spaccacazzi (me included) è abbastanza vero che in Italia li vediamo tipo Messia e quindi forse anche loro lo hanno capito. E’ stato un bel momento: un po’ come quello quando il loro responsabile di palco ha detto di me “This girl is the exception for tonight, but only for supporting act… after them no camera or they will kick you out”. E chi sono io per uscire fuori una fotocamera senza alcun permesso soprattutto dopo essere stata così vicina al loro palco? E chi sono io per tirare fuori una reflex e tirarla su sopra le teste? Credo di aver perso mezzo chilo per correre durante le prime tre dei De Staat e boh, a me non pareva il vero essere così vicino al palco dei Muse. E comunque la risposta è stata “No worries, I have a photopass for Muse in two days so I don’t really mind taking pictures around” (ma le ho fatte col mio Honor7)

Matthew blessed you all. Amen. #museweek #muse #dronestour #dronesworldtour #livemusicphotography

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Trentotto: 17 Maggio

Quello che non vi ho detto è che queste date le ho fatte dopo tre settimane di broncopolmonite. Ed ero quindi straziata tra il noncelafaccio, noncihovoglia, maquandomericapita. In tutto questo: io avevo chiesto il pass foto per il 20: perché avrei avuto la mia attrezzatura a disposizione per quella data. Per il 17 sapevo che avrei scattato con quella di backup e mi sentivo come se ce l’avessi piccolissimo in un mondo di elefanti. Fortunatamente ero con due colleghi (Annalisa e Raffaele) bravissimi ma nikonisti :P Ma Annalisa, da veterana dei Muse mi ha rassicurato quando a me letteralmente tremavano le mani. Ho fatto i primi 20 scatti che sembravo su un gommone nello stretto di Messina. Poi ho pensato “Cretina, se tutto ieri ti sei studiata anche le luci per capire come fare al meglio le foto anche con l’attrezzatura zoppa. Stai buona.” E tutto è andato anche se ho sudato come un boh non so che cosa… cosa suda tantissimo? Avevo davvero perso così tanti liquidi che a metà di Citizen Erased sono andata a prendermi una birra e boh ero lì che non capivo un cazzo. Un po’ come se a voi abbracciasse Dom o Chris, io ero riuscita ad avere un photopass (la volta in cui non potevi metterci un cazzo di creatività negli scatti) e avevo delle foto in borsa che non potevo vedere e avevo paura di aver fatto casino ma era tutto bellissimo ed ho scattato per lavoro su Bliss.

Non capivo un cazzo. Ma in senso buono.

Intanto ringrazio comunque il fatto che non sia mai riuscita a intervistarli, perché anni fa dissi che se riuscivo a intervistarli avrei cessato questo “lavoro”. Adesso faccio molte più foto e ho fotografato la mia band preferita sopra ogni altra. E in pratica ho intervistato il 70% dei loro supporters. E’ tutto strano ma ecco, non credo che mollerò mai i Muse, per un controllo di come sono io e come sono loro. E’ così strano vedere che i miei Muse ormai siano una cosa diversa per quelli fan dall’album precedente. O è strano parlare con gente che quando hanno uscito OOS aveva 5 anni e ora ti dice essere malatissima di Muse e ti guarda strana quando dici la cifra di concerti che hai fatto (tra di voi chi mi legge ne ha fatti di più ed è più giovane di me, quindi ecco… NON SONO IO). E’ strano perché i Muse ognuno di noi li interpreta un po’ come cazzo vuole dai live: o focalizzi il grande show che altre band che si fanno pagare il triplo non fanno, o focalizzi su come sono dei panzer corazzati a suonare che è una cosa che spaventa e meraviglia, o guardi che meno male che ti hanno fatto questa o la scaletta con le nuove era LOL, o pensi che l’album nuovo ha canzoni figosissime e vuoi solo quelle. E’ incredibile come ci siano così tante sfaccettature con questa band di adorabili cialtroni. Sarebbe una cosa da tesi di psichiatria, perché è davvero strano tutto. Ma questo tutto ci piace alla fine, e siamo lì che gli vogliamo bene.

Il resto dell’album fotografico lo posterò nel mio portfolio per non snaturare il contratto che ho firmato. Dateci un occhio o boh, guardate twitter o facebook.


4 thoughts on “Muse a Milano: 36-37-38”

  1. “..come quando suonava SMBH e mi dicevo “E dire che ci avevo pianto ma rispetto alle cose dopo guarda te come non sfigura” ” -> ahah maròò, mi ricordo che ne feci una malattia quando uscì ai tempi, del tipo “wtf è sta robah”

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