CON “OPENART” VIGNOLA, MODENA E FERRARA SI ACCENDONO ANCHE CON UN RICCO CALENDARIO DI APPUNTAMENTI

A partire da venerdì 13 luglio e fino a mercoledì 12 dicembre sono numerosi gli eventi collaterali alle proiezioni luminose degli edifici estensi a Vignola (Mo), Modena e Ferrara: conferenze, mostre, concerti, rievocazioni storiche e tanto altro per una serie di iniziative volte a valorizzare il patrimonio architettonico dove la casata d’Este ha regnato per sei secoli

Ammirare la Rocca di Vignola, nell’antico Borgo in provincia di Modena, con la bellezza dei decori e dei colori originali che la impreziosivano, sarà possibile a partire da venerdì 13 luglioalle ore 22.00 quando, in Piazza dei Contrari, verrà accesa per la prima volta la proiezione luminosa digitale realizzata nell’ambito del progetto“SOGNO O SON DESTE”.

Ad accompagnare l’iniziativa(il calendario aggiornato delle proiezioni è disponibile on line sul sito al link: https://www.sognoosondeste.it/wp-content/uploads/CALENDARIO-PROIEZIONI-LUGLIO-AGOSTO-SETTEMBRE.pdf) tanti eventi collaterali nell’ambito di Openart in Piazza dei Contrari, a cominciare da domenica 15 luglio quando, a partire dalle ore 21.30,il professor Riccardo Falcinelli terrà una conferenza dal titolo “Cromorama: storia e linguaggio dei colori”. Il visual designer – uno dei più affermati d’Italia – spiegherà come il colore ha cambiato il nostro modo di vedere e percepire il mondo, in un viaggio alla scoperta della simbologia delle cromie nella contemporaneità. Dal nero del lutto al rosso del comunismo, dal giallo dei Simpson al manto azzurro che, tradizionalmente, avvolge la Madonna: ogni colore ha un profondo significato, tanto nel cinema quanto nel campo delle arti figurative, dalla pittura alla fotografia, fino alla vita quotidiana.

Mercoledì 18 luglio l’arte è ancora protagonista con l’inaugurazione della mostra “Abitare il mondo”: un viaggio nell’evoluzione dello spazio umano e nell’antropologia delle abitazioni e codici del colore con scatti di Iago Corazza e Greta Ropa, fotoreporter specializzati in antropologia che da anni collaborano con National Geographic. L’esposizione – aperta fino al 31 luglio con gli stessi orari della Rocca di Vignola – presenta un emozionante racconto per immagini che indaga e descrive l’abitare dell’uomo nelle sue molteplici declinazioni, documentando abitazioni che rappresentano una sorta d’interfaccia antropologica tra il mondo interno e quello esterno dell’individuo. Quando i bisogni primari abitativi sono soddisfatti, arte e bellezza iniziano a farsi strada, e il colore è forse il gradino evolutivo più semplice e più immediato che l’uomo sale per primo. E proprio l’uso del colore nell’abitare è forse il gesto più semplice ma anche più efficace che testimonia la naturale spinta evolutiva dell’uomo.
Mercoledì 25 luglio, sempre a partire dalle ore 21.30, appuntamento con “Il disegno della cometa”: racconti, testimonianze iconografiche e astronomia nella storia dell’arte, a cura di Manuela Incerti, professoressa di disegno alla facoltà di Architettura di Ferrara, e Fabrizio Bonoli- primo laureato in Astronomia all’Università di Bologna e professore della stessa materia – che, nel corso della serata, parleranno di rappresentazione degli astri nella storia dell’arte e, in particolare, della raffigurazione della cometa, di cui si può ammirare un esempio molto interessante e originale nella Cappella Contrari della Rocca di Vignola. I fenomeni astronomici infatti sono da considerarsi, nelle opere d’arte medievali e rinascimentali, tra le fonti d’ispirazione per riprodurre la quinta scenica dove incentrare particolari episodi.
Domenica 29 luglio sarà poi la volta di una “Serata ossidionale”: letture, immagini, filmati, aneddoti e suggestioni di sabbia su assedi, guerre e capitani di ventura (XV-XVI sec.). Il dottor Massimiliano Righini (oplologo e consulente museale), insieme al professor Achille Lodovisi (storico e geografo, direttore del Centro di Documentazione della Fondazione di Vignola) e all’attrice Martina Sacchetti, con la partecipazione di Fatmir Mura – artista e straordinario creatore di immagini bidimensionali di edifici e architetture mediante la manipolazione della sabbia – proporranno una serata “all’assedio” di storie e aneddoti legati a rocche e fortilizi. Al dialogo tra lo storico e l’oplologo su fortezze, armi, artifizi e, soprattutto, persone coinvolte nelle vicende belliche, si alterneranno la voce di Martina Sacchetti, che leggerà alcuni documenti originali con testimonianze riguardanti le rocche di Finale Emilia, Vignola e Monfestino, e le creazioni in sabbia di Fatmir Mura raffiguranti questi tre edifici castellani. Openart proseguirà poi fino a settembre, con tanti appuntamenti in via di definizione in programma tutti i mercoledì e le domeniche fino a settembre.
Dopo Vignola sarà protagonista di “SOGNO O SON DESTE” anche Modena: la facciata della Chiesa di Sant’Agostino, al numero 6 della Piazza omonima, si illuminerà il 14 settembre e nell’ambito della diciottesima edizione del festivalfilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo, dedicato quest’anno alla “Verità”.

Dal mercoledì 19 settembre sarà infine la volta di Ferrara: nello Spazio Crema in via Cairoli 13 a partire dalle ore 17.00 avrà luogo “Il visitatore incantato“, una visione multimediale di Palazzo Schifanoia e del suo Salone dei mesi, dipinto per volontà di Borso d’Este nel periodo tra il 1469 e il 1470. Una sintesi straordinaria della grande cultura “internazionale” del primo Rinascimento spiegata dal professor Marco Bertozzi, Direttore dell’Istituto Studi Rinascimentali, e dalla professoressa Manuela Incerti del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara.
Sabato 22 settembre dalle ore 18,30 spazio alla storia con la “Rievocazione storica nel chiostro” del Corteo Storico e dello Spettacolo di Corte legato alla famiglia ducale degli Estensi. Appuntamento a cura dell’Ente Palio a Casa Romei, in via Savonarola 30.

Venerdí 19 ottobre alle 18.00, sempre a Casa Romei, a precedere i Decori in luce nel cortile d’Onore – vera e propria inaugurazione del progetto “SOGNO O SON DESTE” a Ferrara -sarà il concerto del Conservatorio Frescobaldi, dedicato a “Cantar sacro e cantar profano: musica alla corte degli Este”. Dall’omaggio sacro della Missa Dux Ferraria e al divertimento giocoso delle frottole.

Sabato 10 novembre, a Palazzo Costabili detto di Ludovico il Moro (via XX Settembre 122), questa volta a partire dalle ore 20,30, avrà luogo un nuovo appuntamento con la musica, sempre a cura del Conservatorio Frescobaldi, che si esibirà nell’allestimento scenico con intermezzi musicali “Il pastor fido”, di Battista Guarini.
“Nel segno del principe: imprese e simboli alla corte estense” sarà invece il titolo dell’appuntamento di mercoledì 7 novembre, a partire dalle ore 17.00, presso lo Spazio Crema di via Cairoli 13.“Non troppo oscura ch’abbia mestiero della sibilla per interprete, non troppo chiara ch’ogni plebeo l’intenda”: così deve essere un’impresa, capace di evocare il principe e la sua filosofia di governo. Gli Estensi le apporranno ovunque: intere pareti ne saranno cosparse e torneranno miniate nei preziosi codici, ricamate d’oro sulle vesti, scolpite sui monumenti, dipinte sulle bandiere, marchiate sugli oggetti personali. Uno straordinario codice di comunicazione che diffonde capillarmente l’aura di magnificenza e la moltiplica attraverso diamanti, leoni, unicorni, linci e frasi icastiche che s’imprimono nella memoria, a spiegarlo saranno la dottoressa Enrica Domenicali, del Polo Museale Emilia Romagna, e la dottoressa Irene Galvani, dottore di ricerca.

Mercoledì 28 novembre si parlerà invece de “La rappresentazione della signoria estense nelle monete e nelle medaglie”, in un appuntamento a cura della dottoressa Teresa Gulinelli, funzionario archeologo numismatico dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara (dalle ore 17 presso lo Spazio Crema).

A concludere il ciclo di appuntamenti Openart, nell’ambito del progetto di restauro multimediale “SOGNO O SON DESTE” sarà mercoledì 12 dicembre, alle ore 17.00 presso lo Spazio Crema di via Cairoli, “Il centro del potere: aspetti dei palazzi estensi alla luce dei recenti scavi archeologici a Ferrara”: la dottoressa Chiara Guarnieri, funzionario archeologo della Soprintendenza di Bologna, Modena, Reggio e Ferrara, tratterà dell’indagine archeologica che ha interessato il centro storico di Ferrara nei primi anni 2000, toccando punti nodali dell’edilizia estense come il palazzo di corte Vecchia e palazzo Ducale. Gli interventi che hanno avuto luogo all’interno del Castello Estense hanno permesso di fare luce su alcune parti dell’edificio, come ad esempio sulla zona dei famosi “Camerini d’alabastro”. Verranno quindi approfonditi alcuni aspetti del vivere quotidiano a corte, grazie alla documentazione di molti reperti venuti alla luce, tra cui ceramiche e vetri, e chiariti l’aspetto e l’evoluzione di alcuni palazzi estensi.

 

 

 

ROCCA DI VIGNOLA, PIAZZA DEI CONTRARI

Ampliata e fatta decorare nei primi due decenni del XV secolo per volontà di Uguccione Contrari, nobile ferrarese e feudatario del luogo, oltre che fidato consigliere e generale di Niccolò III, la Rocca di Vignola aveva prospetti esterni decorati con  raffinate pitture, che sono stati modelli per analoghi ornamenti delle Rocche di Finale e di altri edifici simili. Grazie al progetto “SOGNO O SON DESTE” potremo ammirare come apparivano i decori quattrocenteschi nelle facciateOvest, Suded Est (in parte): un complesso apparato pittorico, coerente nella forma e nei messaggi che comunicava, una vera e propria ‘pelle’ dipinta della Rocca, che per secoli ha illustrato il carattere politico e il sentimento artistico e culturale della famiglia titolare del feudo vignolese dal 1401 al 1575. Testimonianza delle decorazioni ci è giunta dai disegni acquarellati del pittore e restauratore Ginogiano Mandrone che, nel 1931, ricostruivano l’aspetto dei dipinti esterni grazie all’osservazione diretta delle loro tracce, all’epoca ancora ben visibili soprattutto sulla torre delle Donne: merli a coda di rondine che orlavano le cortine, con una bordatura rossa e motivi vegetali.

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MODENA, CHIESA DI SANT’AGOSTINO

Sulla facciata della chiesa modenese di Sant’Agostino saranno ripristinati in maniera multimediale i decori provvisori realizzati in occasione delle esequie di Francesco I d’Este (1659).Questi apparati effimeri -che proseguivano nella navata della Chiesa per terminare poi in un monumentale catafalco con la salma del duca – ci vengono raccontati in due descrizioni: la “Corona funerale”, una sintetica relazione di tutta la cerimonia funeraria, e la successiva “Idea di un prencipe et eroe christiano in Francesco I d’Este”. Le incisioni che accompagnano quest’ultima opera- realizzate dal bolognese Lorenzo Tinti, il francese Bartolomeo Fenis e il parmigiano Domenico Fontana – hanno consentito di ricostruire visivamente il sontuoso decoro progettato in occasione della cerimonia funeraria e, ai tempi, lo resero una sorta di propaganda della magnificenza estense da far circolare in tutta Europa. Nell’ambito del progetto “SOGNO O SON DESTE” sarà quindi possibile cogliere la ricchezza ornamentale che veniva proposta durante le esequie dei duchi, pensate per stregare gli occhi del popolo, dei feudatari e degli ambasciatori e per rendere il lutto un’occasione trionfale per la celebrazione della continuità storica del potere.

 

FERRARA, CASA ROMEI

La quattrocentesca Casa Romei ospita un ricchissimo e affascinante percorso museale che attraversa la cultura e l’arte ferrarese del XV e XVI secolo. Ancora oggi possiamo ammirare il dialogo tra i cicli pittorici creati nelle sale interne del pianterreno e le pitture che abbelliscono l’esterno. Nei loggiati e nel monumentale cortile d’onore figurano decorazioni fiorite tardogotiche, con riferimenti all’araldica della famiglia Romei, e Sibille dipinte nella sala gotica che prende il loro nome. Questa stretta relazione coloristica e di stile tra l’interno e l’esterno dell’edificio – di cui purtroppo ci sono pervenuti rari esempi – era molto frequente nel quattrocento. Il progetto “SOGNO O SON DESTE” ricompone con la luce – tramite i rilievi con laser scanner 3D- i decori del doppio loggiato, realizzando una copertura ortofotografica delle pareti dipinte.

 

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