I depositi dei musei, sia quelli delle capitali
che quelli di periferia sparsi in tutta Italia, possono essere
paragonati alle radici degli alberi: non si vedono, ma è proprio lì
che si creano i presupposti per la salute e la crescita della pianta.
Lontano dagli occhi dei visitatori le collezioni si nutrono dei progetti
di rinnovo e scambio, si valorizzano con i prestiti, e spesso le opere
celate al pubblico affrontano un’esistenza più dinamica di quelle da
sempre esposte, come insegna il recente esempio degli “Uffizi
diffusi”.
Talvolta, però, per riportare alla vista opere anche di grande valore
c’è bisogno di una scintilla, della contingenza, della volontà di
ridestare l’attenzione sul complesso di un intero patrimonio culturale.
Ridestare è il termine più appropriato per descrivere “Il sogno delle
cose. Quadri e sculture moderne dalle collezioni civiche di Pordenone”,
la mostra a cura di Alessandro Del Puppo e Luca Pietro Nicoletti,
realizzata dal Comune di Pordenone con la collaborazione della Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia, dell’Università degli Studi di Udine
e della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio del Friuli
Venezia Giulia, in esposizione alla Galleria Harry Bertoia di Pordenone
fino al 13 febbraio 2022.
Circa 130 le opere selezionate, realizzate tra fine Ottocento e gli anni
duemila, esposte e appartenenti al patrimonio civico, e solitamente
custodite nei depositi di Palazzo Ricchieri a seguito di acquisti e
donazioni. Alcuni nomi in mostra: De Chirico, Savinio, Fontana, De
Pisis, Sironi, Vedova, Campigli, Guttuso, Picasso, Chagall, Delvaux. Ma
anche quelli di artisti del territorio come Massimo Bottecchia, Nane
Zavagno, lo stesso Bertoia, fino agli autori di oggi come Massimo
Poldelmengo, Roberto Kusterle, Danilo Di Marco.
Questo nuovo percorso che intende “restituire” alla città alcune opere
tra le migliaia che erano nei caveau del Museo Ricchieri è
un’operazione di tendenza che stanno facendo i più importanti musei,
per rimettere in circolo un patrimonio che è di tutta la città, come
ha fatto recentemente il Museo di Rotterdam.
Una riscoperta dunque, che mette in luce opere di grande valore, un vero
patrimonio culturale del territorio, già esposte nel corso degli anni
passati ma che ritornano oggi attraverso un percorso espositivo diverso,
mettendo così “al lavoro” nuove risorse intellettuali più che delle
nuove risorse materiali (essendo queste già presenti e momentaneamente
inutilizzate), per far si che tante opere, rimaste a lungo nei caveau,
possano uscire e dialogare, invece di sognare come facevano al buio.
«Con questa operazione – specifica l’Assessore alla Cultura di
Pordenone, Alberto Parigi – togliamo alcune opere meravigliose dai
caveau in cui erano state nascoste da tempo e le restituiamo non solo a
Pordenone e alla regione Friuli Venezia Giulia, ma all’Italia tutta».
Una “operazione modernità” che vuole anche in qualche modo
svecchiare l’immagine dei Musei civici, affiancando alle grandi opere
permanentemente qui esposte del Sette-Ottocento lavori più moderni e
rari, quadri, sculture, produzioni grafiche, realizzate nel corso del XX
secolo.
Accanto alle opere di assoluto rilievo e importanza mondiale dei grandi
protagonisti dell’arte italiana ed europea, in esposizione anche un
nucleo consistente di autori locali ma di richiamo internazionale come
Luigi Vettori, Armando Pizzinato, o Giuseppe Zigaina. che raccontano la
storia del territorio del Friuli Venezia Giulia attraverso la
rappresentazione dei paesaggi e delle sue genti.
La scelta allestitiva, riportata come un grande racconto anche
all’interno del catalogo disponibile all’apertura della mostra, ha
privilegiato un approccio tematico articolato in sezioni (Figure di
artisti; Miti, amori, gran dame, allegorie; Volti; Paesaggi, nature;
Territori friulani, Nature morte, tavole imbandite; Figure del lavoro;
Spazi; Tensioni; Gli uomini illustri) e tessuto in modo da fare
dialogare opere di autori noti con quelle di meno noti, scultura e
pittura in un percorso che accompagna e sprona ad osservare e capire
l’Arte Moderna.
«Le opere conservate nei musei si parlano anche se i più non le odono
– illustra il curatore della mostra, Alessandro Del Puppo – ; è
giunto il momento di presentare il loro dialogo al pubblico. Questa
mostra è il racconto del grande patrimonio culturale della città
presentato in dieci sezioni, da leggersi quasi come i capitoli di un
possibile libro. Per renderlo più fruibile, allestita anche un’opera
artistica fotografica proprio sul tema dei depositi museali, realizzata
a partire da uno studio sui depositi del Museo civico d’Arte di
Pordenone dall’artista Alessandro Ruzzier».
Un lavoro fotografico che, illustra i più misteriosi tra gli spazi
museali, facendo entrare con il suo sguardo lo spettatore tra i segreti
dei depositi, là dove le cose sognano.
Catalogo:
Quadri e sculture moderne
dalle collezioni civiche di Pordenone
a cura di Alessandro Del Puppo, Luca Pietro Nicoletti
23 x 28 cm
192 pagine
160 illustrazioni edizione italiana brossura
prezzo: 22 €
_Informazioni generali sulla mostra ___
Sede: Comune di Pordenone – Galleria Harry Bertoia, Corso Vittorio
Emanuele II, 60
Date: dal 21 novembre 2021 al 13 febbraio 2022
Orario di apertura: giovedì e venerdì dalle 15 alle 19; sabato e
domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.
Biglietti: intero 3 euro; ridotto 1 euro. Il biglietto dà accesso anche
al Museo civico d’Arte.
Per informazioni: +39 0434 392960, 0434 392935 –
museo.arte@comune.pordenone.it
www.comune.pordenone.it/
Attività didattiche per le scuole: Studio associato Eupolis,
info@eupolis.info