Eurostocazzo.

Non so come mai c’è sempre la tendenza a mettere come prefisso Euro da tutte le parti. Alla fine porta anche sfiga.

Dunque, c’è stata questa cosa che se voi l’aveste saputo sareste tutti corsi a farvi vedere, dacché le visite gratis tirano un sacco. C’è questa manifestazione che una volta si chiamava skin cancer day e si faceva di sabato, giornata comodissima per noi italioti, e ora si fa europeascamente di lunedì e si chiama Euromelanoma, di per se osceno come nome e poi se si pensa che dietro c’è il baubau (melanoma è il tumore della pelle, che via via aumenta la sua diffusione) fa ancora più schifo. Ma il punto è un altro: c’è questa giornata di prevenzione e nessuno ne ha parlato. Ci sono altre giornate di prevenzione però: quella della pressione alta, di qualsiasi patologia che vengono più o meno reclamizzate a livello locale. Stavolta no, sebbene in italia fossero interessate le aziende ospedaliere universitarie (sì, la definizione non è ortodossa, ma concedetemela).

I Medici se la prendono coi media, i Media in realtà non hanno tutti i torti.
In un mondo giornalistico dove comunicati stampa ben fatti vengono spacciati non solo come redazionali ma come recensioni se te, Azienda Ospedaliera, non hai un ufficio stampa che manda una buona cartella è difficile che ti caghino.

E allora? Allora è difficile capire la realtà.

Ci deve essere qualcosa che dia la fortuna di nascita, in Pannonia.

Oggi parleremo di Ignác Fülöp Semmelweis.
Chi era? Uno ungherese, che nacque a Buda, studiò a Pest e poi andò a esercitare a Vienna.
Ah, sì, incidentalmente era un medico. Anche se parliamo di medicina della prima parte del 1800, quando ancora il barbiere era chirurgo e quelle cose lì, ancora dei secoli prima che ci si portavano avanti. Cosa che le sanguisughe a momenti erano cose molto trendy e anche moderne.

Semmelweis andò a Vienna. Lui operava lì nel settore maternità-ginecologia. Settore che ha sempre tirato tanto perché non è che i bambini nascono da sotto il cavolo o con la cicogna. Ma in un modo che potrebbe anche traumatizzarvi, se non ve l’hanno ancora spiegato. Quindi non starò a parlarvi della sinfisiectomia nel caso che il bimbo non riesca a passare da lì.

Insomma lui si accorse che in questo istituto diviso in due padiglioni, che per comodità chiameremo Padiglione I e Padiglione II succedevano cose: nel Padiglione I, dove operavano medici e studenti di medicina, c’erano più morti che in guerra. Nel Padiglione II, dove c’erano le ostetriche, non moriva nessuno più del normale, diciamo. E allora si moriva eh, anche per una scorreggia d’acaro, per dire.
Ma quale era, quindi, il differenziale tra i due padiglioni, che erano separati solo da un muro?
Ecco: il personale.

Scoprì cose tipo che ecco, i medici prima di andare ad assistere malati si facevano un giro in sala settoria, spippolavano un po’ coi cadaveri, sezionavano e poi tac: andavano là e mettevano le mani nei posti dove non batteva il sole. E poi stranamente giù le donne morivano di febbre puerperale che non si spiegava eh.

All’Ungherese venne l’idea che tutti coloro che entravano nel Padiglione I sarebbero stati obbligati a lavarsi le mani con una soluzione di cloruro di calcio. A questo aggiunse la disposizione che tutte le partorienti cambiassero le lenzuola sporche con altre pulite. I fatti gli diedero immediatamente ragione. Solo che mica gli stava bene ai medici (specie lì a Virchow) di essere considerati untori e di far spendere soldi inutilmente nel cambio delle lenzuola. Sia mai. Poi era ungherese e nazionalista. Quindi gli fecero Raus e ‘sto poraccio si depresse.

E non se lo cagò quasi nessuno. Solo dopo Pasteur disse che insomma, c’era sto trasferimento di batteri della putrefazione che non è che fosse una botta di salute. Che bello, il riconoscimento dopo morti. Uh, sì. Consolante.

Quindi lavatevi le mani dopo che vi grattate la roba in mezzo alle natiche. La morale è questa.

Come misurarselo.

A me a volte dicono di essere troppo pessimista. No, è che ne ho prese troppo nel deuterostomo sanza unguenti che son realista, ormai.

Ovvìa, ho usato una immagine affascinante, siatene divulgativamente felici.
Io a volte, riflettendo su tutte le cose brutte che ci dicono i nostri docenti (e sapendo che da specializzando ci aspettano 800 euro lordi senza ferie né malattia, a cottimo) guardo chi mi circonda e dico:
"pensa che sfiga se ci denunciassero dacché quando ci laureiamo mancherà ancora la legislazione medica ad hoc, con conseguente radiazione dall’albo e quindi perdessimo il lavoro con il 90% di noi che qui dentro non sa neppure suonare uno strumento per l’elemosina…"

Oh, a Garofano del RIS bene o male sta succedendo questo. Quindi perché non pensare al peggio.

Anche perché metà della legislazione medica è sotto decreti regi. Che bello. Qualsiasi medico che prova a far politica si scorda in che situazione dimmerda abbiamo. Ma lo capisco, becca una ventata di ossigeno a non far nulla in politica.

Naturalmente invece qua a sinistra è quello che seguendo il Culto del Borsello su Radionation1 ho scoperto che è per PopSci l’innovazione dell’anno. Io che avevo riserve sui 400 euro del precedente modello figuratevi come ho reagito al costo da iphone di questo: 765 dollari che però taglierebbero molti esami. Ad esempio registrandoti che ne so, un soffio, te lo mettevi già in loop nel modello precedente e te lo sentivi, anche perché isolava il resto dei rumori dei visceri e fungeva da perfetto stetoscopio.
Qui te lo scarica sul pc via bluetooth, te lo rapporta su un grafico, e poi in caso può mandare il suono ad altri colleghi per un confronto. Sperando non lo senta un rapper, il suono in loop, sennò ci fa un disco intero un po’ come la Gainsbourg ha fatto una canzone coi suoni della risonanza magnetica RMN.

[comunque un Littmann cardiaco normale viene meno di 250 euro, se volete contribuire il paypal risponde all’indirizzo franfiorini@gmail.com]

Lo sciopero dei malati di SLA.

C’è questo piccolo problema che quanto pare ci sono battaglie più fighe per cui alcuni donano anche dai loro telefonini e battaglie in cui servirebbe solo far rumore e mettere a disposizione tutta la propria solidarietà e che invece non frega a nessuno.

[chiedo già scusa anticipatamente se turbo la sensibilità di qualcuno, ma normalmente le mie cose nel mio cervello sono viste così, e io ve le riporto]

La SLA è una malattia di merda. Non pensate la prendano solo i calciatori. Il caso che conosco bene io era quello di un idraulico, che sette anni prima aveva iniziato un po’ a inciampare sul pavimento un po’ come se al posto delle mattonelle ci fossero dei tappeti. Poi piano piano i sintomi si sono aggravati. E noi qua al locale nosocomio ce l’avevamo ricoverato (dei 3 era il caso in fase avanzata) in pneumologia, anche se era seguito da una equipe di 5 medici (cardiologo, pneumologo, neurologo, nefrologo e internista)
Te entravi lì in stanza e vedevi questo signore di quarantatre anni obeso, la notte attaccato al respiratore, con gli occhiali da sole per non farti vedere come li buttava qua e là e la lingua ormai di fuori perché aveva perso il controllo dei muscoli faciali. E la moglie che continuava a parlargli e a asciugargli la saliva. E tu che non sai e neppure gli altri se ti sente o ti capisce più o meno. Tanto non può muoversi, non può più fare nulla. E te che sei ai primi anni di medicina e non vuoi arrivare in fondo solo per farti il Cayenne che ti fai tante domande, e inizi anche a capire lì che il rapporto non è solo medico-paziente. E’ come quando ti sposi: non ci hai solo il marito, ma tutta la famiglia. Anche lì devi sentire la pressione di ciò che ti dice la legge, e la pressione di quel che pensano i famigliari. Con uno che lì ha ‘sti casi, con una persona che fino a qualche anno prima aggiustava tubi e ora non sai neppure dirgli come mai si è ridotto così a sua madre.

Io ammiro queste famiglie, ammiro il loro coraggio, o non so, il loro attaccamento alla vita, la loro incoscienza. Io se sapessi di avere la SLA preferirei optare per il suicidio prima. Invece la moglie di quell’idraulico, che non aveva neppure 40 anni, avrebbe pagato chi di noi avesse fatto una tesi sulla SLA e sulla malattia del marito.
Io non ne ho le palle, mi dispiace. Mi ci incazzo troppo con la natura e una malattia del genere.

Per quello non capisco perché tutti i pretini/cattolichini dimmerda che stanno lì a fissarsi sul crocifisso e che hanno tanto sfrangiato le palle per il caso Welby non vogliano perlomeno dare una minima solidarietà a queste persone che vorrebbero essere curate e assistite a casa. Perché le cure a casa costerebbero molto di meno che in ospedale e inutile dire, il malato a casa è più a suo agio. Serve assistenza. Non possiamo lasciare queste famiglie da sole. Ok, non saranno bambini, non saranno terremotati, ma è un dramma grandissimo. Potrebbe colpire anche voi, ricordatelo. perché quanto pare se non si toccano mai queste corde la gente non si sensibilizza.
Se volete farvi una vostra idea sul tutto questa è la rassegna stampa.
Che ci sia solo l‘associazione Luca Coscioni in Italia che si preoccupa di tutto questo a me fa girare le palle.

Certe cose che le rockstar non son nulla: Paul Langerhans.

Voi vi chiedete come mai io segua tanto la musica: perché insomma, gli insigni studiosi e i cantanti fighi siamo lì. E io voglio fare un po’ l’anello di congiunzione.
Lo so che non va di moda, ma vorrei fare la figa col cervello.
Non quella che risponde che studia, ma quella un po’ con della figaggine comportamentale, dacché per il punto di vista fisico dovremmo fare tantotantotanto.

Poi ci son ‘ste figure a metà tra l’uomo e l’archiatra: tipo Paul Langerhans. Secondo me ha un nome che andrebbe benone anche per millemila gruppi indie. Paul era al quinto anno di medicina, voleva prepararsi una tesi e siccome all’epoca fare il medico era una cosa privilegiata in cui ti facevi un mazzo tanto con pochi mezzo (all’epoca?) gli dissero "ehi, tieni ‘sto pezzo di cute e guarda come le colorazioni metalliche ci beccan su, anziché metterle sul tessuto nervoso"

Quindi scoprì una serie di ragnetti, o un pandistelle alla rovescia, diciamo, che pensava fossero roba nervosa, ma solo anni dopo si scoprì che non. Ma capite che nel milleottocentoqualcosa ci si faceva solo le pippe sul microscopino ottico. Solo che essendo arrivato uno le chiamarono cellule di Langerhans.
Poi l’anno dopo se lo ritrovarono nuovamente tra i maroni, gli diedero la stessa colorazione e un pezzo di fegato e scoprì gli isolotti pancreatici e ci fece su la tesi.

Dopo essersi laureato andò in medioriente per vedere le malattie quelle che andavano in voga all’epoca, e infatti ne prese subito una. La Tubercolosi e la Lebbra tiravano un casino, e lui decise per il primo micobatterio. Sicché ecco, all’epoca era una sfiga totale e il vacondio era un po’ il medicinale più usato, lo mandarono un po’ a fare il tour costiero sperando che sole e aria di mare gli facessero meglio dell’aria di Berlino, e lo scaricarono a Madera. Ora, lui a Madera si trifolava i coglioni. E siccome non c’erano esseri umani a cui rompere iniziò a fare tutta una tassonomia di anellidi e invertebrati dell’isola, che disegnò con le sue manine. Quindi ‘sti animali di Madera, se siete in qualche modo biologi, li studi ancora sui disegnini di PaulLangy.
Finita di rivoltare tutta l’isola iniziò a pensare: "ehi, e se studiassi i fenomeni meteorologici?"

Poi a 41 anni, con una insufficienza multiorgano morì. Secondo me mentre stava studiando le muffe delle pareti ospedaliere.

Poi naturalmente a Madera ci fanno i convegni gastroenterologici.

[la storia seria, qua]

Vacillo ma non mollo.

Già qualche giorno fa quando alla tv Zequila disse che studiava medicina ho iniziato a temere per la mia sorte.

Oggi a Tg2 costume e società ho beccato un medico, probabilmente generico, nello svolgimento delle proprie funzioni [ovvero una delle cose (ciao papà!) per cui non farei mai il medicodifamiglia]: fare le visite ai tuoi mutuati catorci ammalati a casa.
Questo qui, oltre alla borsina da medico, si porta la chitarra acustica verde petrolio (che fa tanto colore da medico) (sì, anzi, c’è uno che in palestra che viene con una tuta che sembra unca cappa da sala operatoria e… no, spè, proseguiamo col discorso principale) e dopo che misura la pressione sanguifera all’anziano e gli controlla quanto sale mette nel sugo assaggiandolo (eh???) se c’è troppo sale lì nel pranzo gli fa la ramanzina con la chitarrina (stonando e) suonando Sapore di Sale medical remix.
E in questa ingloriosa pantomima da tg l’anziano prestatosi faceva le corna.

Non voglio ridurmi così vi prego…
[ah, dite che già sto anche peggio. Ehm. Allegria!]

Brevi messaggi di testo.

Il famigliare chiamato papà col dono della scrittura futurista stamane, ore 9 circa:

"Stamani in tribunale per testimonianza hanno tolto la patente ad assistito che aveva usato colluttori a base alcolica"

La figliola, tenutaria dello sglaps:

"Ecché colluttorio era? Tocai, ti tolgo ogni male che hai?"

Youtelethon.

Il video qui sottosi conclude con un infatti. Continuava con l’esposizione di come una delle mie migliori amiche da due anni fa ricerca sul Neuroblastoma grazie ai fondi di Telethon. Da una parte mi fa incazzare che un paese che voglia considerarsi civile non dia assolutamente fondi che riescano a coprire la ricerca medica. Le donazioni dovrebbero essere un surplus per migliorare le cose. E invece da noi in Italia serve quasi per la totalità dello sviluppo e delle ricerche mediche.
Sì, poi son deducibili, ma ti fa girare un po’ sempre le palle che la Carrà o Baudo facciano la faccetta contrita e ti dicano di donare quando già noi si zompano i pasti. Lo so bene.

Daniela Fantozzi di Yks mi contattò (cielo, con 24 di preavviso) per mettere un contributo online. Questo sarebbe il mio primo video, fatto a braccio. In realtà non sapevo bene di cosa parlare, di come poter essere bene utile. Perché insomma sono una caccola, nei confronti della sofferenza delle persone. Però se può servire una community come Youtelethon ben venga. Del resto si creano tante cazzate. Se un sito può aiutare a conoscere meglio malattie impensabili dall’utonto medio e far scattare un clima di collaborazionismo tra esseri umani già sarebbe tanto.

Il video fatto meglio è qui. Se volete vedere è all’interno della Conferenza Stampa presto on demand qui.

God is an engineer.

Non so voi ma io quando ci penso mi meraviglio sempre, vedere il corpo umano questa macchina perfetta armoniosa e simmetrica, e poi c’è un coglione più in basso di quell’altro
(Stark)

‘Sta cosa che il corpo umano sia una macchina perfetta va bene fino a un certo punto. Nel senso è perfetta finché tutto va bene. Per un minimo intoppo sono cazzi, francesizzando e riassumendo il tutto. Infatti la sostituzione del pezzo rotto non è prevista, la manutenzione non è facilissima da fare e poi insomma, ci son troppe varianti sul modello base e spesso la casa madre fornisce difetti di fabbricazione mica da ridere.
Tolto questo voi potreste dirmi che il progetto è buono. Mica tanto. Cioè, se ammettiamo il creazionismo possiamo dire che Dio è un ingegnere edile con una laurea triennale, un po’ ciellino. Che insomma, con tutto il rispetto degli ingegneri che seguono ma insomma i vostri limiti li sapete anche voi eddai, non era così sveglissimo al momento del progetto, ché si vede che aveva da fare lì ad attaccare volantini con lo student office contro gli scioperi e contro l’eutanasia e ci aveva ‘sto progettino in scadenza… allora la sera tornando a casa ha preso un caffè, si è messo lì ed ha detto "oh, però in sette minuti sto essere è uscito bene, vah". E da lì si è rimesso a giocare con la play.

Io quando mi dicono che sì, il corpo umano è un miracolo fo sempre l’esempio del ginocchio. La struttura del ginocchio, in soldoni, è una roba che si regge su per miracolo. Oh, può sembrare una battuta, nel contesto. Dicevo: pensate che i chili di Giuliano Ferrara vanno a scaricarsi su una struttura di ossicini che scarica il peso del femore che è un osso che punta verso l’interno e lo ridistribuisce verso un osso che va più esternamente. Cioè, poi voi vi lamentate se due elastichini che reggono tutta quella struttura lì vi si spezzano perché fate i fighi in settimana bianca dopo che tutto l’anno state col culo posato sulla sedia e per 5 giorni all’anno vi sentite tombalabomba?
Eccheccazzi.
Il casino è che se si sfracella tutto la manutenzione dopo è un po’ pesa.

Se ammettiamo invece l’evoluzione ci possiamo dire tra noi che comunque il modello base era peggio di una FIAT. Insomma, si partiva già dallo scrauso.

Tutto questa riflessione è nata dopo una tournee in bus: io prendo la linea che passa per l’ospedale, e stranamente si svuota, il bus, proprio quando si giunge innanzi al nosocomio. Solo che di questi periodi ti fai un areosol di germi, visto che tutti tossiscono e sputacchiano come monatti. Io a quelli che non prendon nulla e si preoccupano di ciò, oltre a scherzare chiedendo loro se si può far cambio di difese immunitarie visto che le mie son state bombardate, gli consiglio un giretto sui mezzi in questo periodo. Io invece già sto una schifezza, visto che ste cose si vanno a sommare: insomma, a volte credo che il mio corpo ritenga che vivere senza dolori sia una scelta trasgressiva

Il Femminismo ha i giorni contati.

Insomma ieri sera ero lì con una fame che avevo voglia di sbranarmi e sbriciolarmi anche il compensato dei mobili e in casa è squillato il telefono.
Quindi stavo lì con il coltello in mano tipo pirata dei caraibi e sto qui, che non ricordo il nome e cognome perché sapete che la mia memoria fa cacare a tratti, che fa il chirurgo vascolare mi inizia con un panegirico che momenti si fa tutto freddo e noi tutti sappiamo che la carne da fredda se non è vitello tonnato ha lo stesso appeal di una soletta di scarpe.
Ergo questa cosa andava un po’ a smuovermi il sistema della pazienza, ma non so, quando m’ha detto chirurgo, io non è che al telefono ci ho sta vivezza di comprendonio, mi ci vogliono quei sette otto secondi in più, preferisco le cose scritte, anche perché al telefono se mi tieni lì da un pochino io mi scordo anche di come mi ti sei presentato all’inizio della telefonata, perché io le informazioni che il mio cervello valuta come inutili tendo a tralasciarle.
Sì, ché poi il mio cervello è anarchico e si ricorda quelcazzocheglipare è un’altra menata, ma a volte se lo convinci bene le cose le ricorda.
Dicevo mi chiama sto chirurgo vascolare, e i vascolari son gente che guadagna tantissimo magari anche se ti sta lì solo a cauterizzare una vena mentre si gratta il naso, e tu che pensi quando ti chiamano dall’ospedale di Belcolle di Viterbo? Che magari tua nonna sta male. Invece no, ‘sto chirurgo vascolare ha una morosa che ha scritto un libro o l’ha stampato, ora non so bene, su Civita di Bagnoregio e voleva propormi in pratica una joinventure in modo che io, siccome si sta nel turismo, lo smaronassi in giro ai turisti.

E sto qui, credo o per sgombrare il garage dalle copie invendute e metterci il mercedes o perché ha paura che la morosa non gliela dia più, si mette a fare chiamate di un quarto d’ora a un cellulare dal suo posto di lavoro all’ora di cena in ospedale.

Poi dicono che la sanità va male.

***

Poi c’è la mia amichetta che fa i tirocini in una notissima azienda ospedaliera in Italia. Insomma, ieri siam dovute andare in giro a comprare scarpe di quelle fighe da donna col tacco e robe eleganti perché lei la mattina la vogliono in versione velina fighissima e tiratissima nel tragitto ospedale-spogliatoio alle sei di mattina. Poi dopo le danno gli abiti da indossare dentro, ma nel tragitto vogliono la gente vestita bene per dare prestigio alla azienda ospedaliera.
Apparte che io alle sei di mattina miro solo a rendermi presentabile, ma qua da noi non ci danno un tubo: il camice è nostro. Le scarpe pure. Quindi col cazzo che mi metto un paio di prada tacco 12 per poi cresimare le scarpe alla prima vomitata. Non so, a Milano ci han giri strani, in quell’ospedale tanto rinomato.
Perché sto discorso dell’infighimento a noi una docente di gastroenterologia ce lo fece cosi: "vestitevi dignitosamente, non truccatevi da zoccole, lavatevi e voi maschi fatevi la barba. Insomma, andiamo in mezzo a dei pazienti…"