Pensate un po'.

Oggi sono andata in facoltà in bus, perché obiettivamente non stavo così bene.
A casa non andava l’adsl, quindi pensavo che vabbè magari io pago mille e rotti euro all’anno di tasse universitarie e quindi oltre al sapone per le mani al bagno ci sono anche i computer con la connessione lì in facoltà.
Solo che vado in aula computer e scopro che da oggi al 31 è chiusa. Non so perché, ma propendo perché il guardiano sarà a farsi la settimana di ferie, e poi magari il 2 manda il certificato medico. Non fosse mai capitato.
Voglio fare il tecnico di un’aula computer universitaria.

Poi sfavati più che mai, dopo aver fatto dei piani di attacco al programma dell’esame ics che neppure Napoleone o Giulio Cesare avrebbero potuto redigere, si esce prima che le donne delle pulizie ti prendano a spazzolonate perché dopo gli zampetti sul bagnato.
[che poi, la facoltà chiude alle 19. Lavare dopo le 19 pare brutto? Come tutto un pomeriggio dove spicconarono ovunque per far lavori ed era venerdì…. ma farlo quando era chiuso? Ma che diamine, perbaccolina…]

Il parcheggio della nostra facoltà è una meraviglia.
Normalmente ha la capienza del parcheggio della Coop di Collevaldelsa. Che per i colligiani va bene, eh. Ma per gli studenti di medicina, scienzeinfermieristiche, fisicasanitaria, biotecnologie, scienzemotorie, odontoiatria, fisioterapia e altri corsi di cui non ricordo il nome… mmm, effettivamente è un po’ strettino.
Ma arriviamo al punto. Mancando di telecamere il parcheggio è l’Olimpo dei tossici.
Ma il mio compagno di università ne era all’oscuro. Quindi attorno alla sua opelcorsa stasera ci stavano circa 6 siringhe da insulina, tre fiale di fisiologica spezzate, un coltellino e però mancavano gli aghi.
Per farlo entrare in auto è stato un dramma.
Una volta entrato pregava ché gli aghi non fossero conficcati nelle sue gomme.

Ah, sì, dimenticavo una cosa.
Io avevo iniziato a scattare le foto di Beirut sottocasa.
Iersera la mia vicina mi ha fermato e con un tono amichevole [avrebbe anche potuto iniziare con un "senti stronza", non m’ha neppure salutato] ha detto che siccome qui eravamo in un ex gasometro [ma ve l’avevo detto] la terra smossa è inquinata, e quindi non puzzava di piscio di vacca ma di petrolio o simili, e che quindi è cancerogena e debbono togliercela.
Ma quando io le ho chiesto del chissà dove la smaltiscono, la terra, se ne è andata come se le avessi dato della meretrice.
Ecco allora perché ieri mi guardavano strana mentre facevo la consueta foto. Paura.

0 thoughts on “Pensate un po'.”

  1. La scena delle siringhe mi ha ricordato una circostanza simile in cui l’impaurita era mia moglie… L’ho dovuta quasi legare ed incappucciare per farla salire in macchina.

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