Tonight it's hot, but I like heat.

C’era lì il portiere argentino, forse l’unico argentino a Milano non acquistato da Moratti, dell’hotel che ha detto che Milano fa schifo. Mica ce l’ho fatta a dargli torto, anche perché prima mi aveva fatto una panoramica di città che son davvero bellissime in Italia ed è stato il primo che ha detto che Parma è bella. Un po’ come mia mamma che mi ha chiesto "perché i turisti vengono a Milano?". Io stavo lì a masticare il cornetto e le ho detto "beh, ci sono anche dei monumenti qua e là, cioè, bene o male ci son più cose da vedere qui che boh, che ne so, nel deserto del Gobi, quindi ci vengono per i monumenti presumo". E lei mi risponde: "sai che Napoleone voleva distruggergli il castellosforzesco?" "beh, cazzo, pensa se l’avesse fatto, cosa gli rimaneva… Vabbè, che volevan anche bombardarla col fosforo come Dresda però hai visto, Dresda è bella…"
Insomma, non se ne esce fuori. Forse se c’è una cosa di naturale e incontaminato a Milano da riportare son le zanzare: son cattive come quelle sul Po. Ecco. Ah, non è una cosa positiva? Ehm.

Panorama dell'Arena civica, ore 18:20.

Insomma ci son tante conferme a Milano. Tipo che le donne nel disporsi ai concerti non capiscono un tubo. Ma questo è meglio così. E per narrare tutto ciò già siam fin troppo avanti.
Quando tu su un biglietto ci hai scritto che l’ingresso è alle 17 tu pensi che bene o male apriranno i cancelli entro le 17:15. Del resto siamo a Milano, saran precisi, no? Col tubero.

Si entra dentro. Sono in curva. Sinceramente mi duole non essere nel prato, ma fisicamente nonglielafo. Vado a scegliere il posto più angolato dove si può vedere meglio, poggio il sedere sul granito e lì ci si cuoce le chiappe. Un calore simile al marmo del bagno turco. Ma del resto: siamo masochisti e ciò non ci segna. Dopo, verso le 19, dopo che i bibitari hanno già aumentato la birra da 3 euro a 4 euro, si ode borbottare e si vede una nuvolaglia nera in cielo, un vento assassino in mezzo al parco del castello sforzesco, mulinelli di sabbia che neanche a Tucson. Quindi i bibitari si attrezzano e vendono impermeabilini, che i più fighetti delle file sotto compreranno, proprio forse per sperare di prenderli a prezzi meno improbabili in caso di attacco del diluvio. Giove Pluvio però è un gran burlone e alla fine non pioverà, ma ci sarà solo quella bella e simpatica cappa di umido che fa tanta calura. Nulla in confronto alle temperature da Franz Ferdinand, ma insomma, sembrava ci fosse il phon acceso. Da segnalare la totale mancanza dei poliziotti in giro e il conseguente tripudio di cavalletti, lattine e robe varie.

L'aura live in Arena Civica

#L’aura: bella voce, grinta inesistente, presenza scenica da verificarsi. Scaletta di canzoni (ho registrato due cosette, dopo penso le metterò su flickr dacché brevi) che prevedeva tra le più sentite Basta e Radio Star. Proprio con Radio Star e la cover di Bowie si merita il titolo di dignitosa. Deve evitare molte cose che non le competono secondo me, come i pistolotti sulle guerre [L’aura: "speriamo che quattrocento o cinquecento anni l’uomo ascolti la sua coscienza e smetta di essere cattivo e andare in casa degli altri a rubare o a fare guerre, e noi siamo qui a cantare per questo!" Fran: "ma tra duecento anni la Terra non esisterà più, chestaaddì?"] e il richiedere di battere le mani su canzoni che sinceramente son troppo melodiche per caricarti. Perché mandarla al massacro, o casa discografica?

Editors live in Arena Civica

#Editors: set abbondantemente sottotono, rispetto a ciò che sanno dare. Nessun paragone possibile con Glastonbury di quest’anno dove hanno stra-spaccato. Nelle registrazioni si sente un mio "EEEH?" su Escape the Nest: rovinata.
Tom -uomodellamiavita- Smith si presenta con degli occhialoni neri e un’aria di quello che si è appena svegliato o si è appena ripreso da un carico di allucinogeni. Lo adoro, quell’uomo lì, non posso farci nulla. Sebbene ci fossero due cretini dietro me che si avventuravano in disamine sugli Editors e sul loro non piacere a loro (ok, per me possono farti cagare, ma non rompermi le palle parlando mentre io voglio seguire, va bene?) il pubblico del prato si stava caricando a dovere. Compito assolto quindi alla grande. Il più grande interrogativo resta il perché fare una canzone come U R Fading anche in un set di 45 minuti. Non me lo spiego, almeno che la canzone non abbia un qualche significato per Smith e soci, altrimenti sarebbe stato meglio privilegiare un brano con una sezione ritmica più esplosiva (che ne so, Lights?)

R.E.M live in Arena Civica

#R.E.M. Sono l’unico gruppo che in anni di live riesce ancora a migliorarsi. Performance incredibile, uno Stipe magistrale, ispirato, che cantava benissimo (cosa, nei live dei dischi passati, non proprio da metterci una manina sul fuoco eh) e interagiva col pubblico con una forza che sembrava di sentirtelo vicino, a portata. Cazzo che carisma. E non era il completo Armani (di cui dopo si è tolto giacca -te credo, si bolliva- e cravatta, dopo essersela tenuta un po’ sulla fronte). E non erano le mossettine coll’asta del microfono, non era perché per tutto il live si è dimenato in ogni angolo dello stage. Si è sdraiato per terra, è andato davanti al megaschermo di sinistra per poi ballare come un pazzo, ha mimato la camminata di un robot con tanto di occhiali hi-tech addosso. Poi si inginocchiava davanti alla telecamera, e parlava quasi con lei. Lì, in quel momento, se già volevo un bene dell’anima a quell’omino lì mi sentivo un gorgoglio nella pancia che per una volta buona non era squaraus, ma un misto di emozioni che non vi dico. Sì, quelle che mi han portato a gropponi in gola e a stonare urlando tutta walk unafraid. La mia vicina di concerto, che già credo mi odiava perché ero un termovalorizzatore, ogni tanto crollava seduta non so se per odio nei miei confronti su come vivo i concerti o perché forse anche lei non è che stesse granché. L’altra ipotesi è che non gliene fregasse una cippa, ed è assai accreditata visto che si è alzata solo su Losing my religion. Ma vabbè.

R.E.M. live in Arena Civica, Milano.

Ho invidiato lì i ragazzi del fan club. I più fortunati tra i ventimila presenti. Li ho amati per la coreografia su Hollow man (e lì si è commosso anche Michael), ho avuto un semisbotto di gelosia per la dedica della mia (coff) Walk Unafraid. Però sono fantastici, ed è anche stato giusto che Michael sia sceso da loro per farsi spupazzare. Marò, che bello.

Scaletta:

Living well is best revenge
Animal
What’s The Frequency Kenneth
Wake up bomb
Drive
MSW
Ignoreland
Leaving New York
So fast, so numb
Accelerate
Electrolite
Walk unafraid
Great beyond
One I love
Fall on me
I’ve been High
Let me in
Horse to water
Bad day
I’m gonna DJ
Orange crush
Imitation of life
SNSS
Losing my religion
Country feedback
Hollow man
Driver 8
Man on the moon

Scaletta ottima, non ho voglia di avventurarmi in disamine tecniche, ma è stato un set davvero eccellente. Oserei dire il concerto dell’anno.
Settembre quasi quasi…
Le foto e qualche video stanno qui, gli altri video prossimamente sul tubo.
Non avete la minima idea di cosa vi siete fatti scappare.

0 thoughts on “Tonight it's hot, but I like heat.”

  1. Cazzarola, viene l’invidia. Qui, da queste parti (che tu conosci), il massimo è assistere ad un concerto di Marco Masini. Preso per il culo dal pubblico, perdipiù.

    Antonio B.

  2. Tragicamente ne ho un’idea, l’afflizione per non aver potuto seguire i miei amici a Verona causa dissesti finanziari mi ha provocato vieppiù travasi di bile.

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