Sono Adso, ho lasciato il libro sul tavolo davanti alla frutta.

Melk

Qualora voi siate forti lettori di libri alti più di quanto la gamba del tavolo non vi traballi dovete sapere che l'abbazia in cui ci si rifà ne "Il Nome de La Rosa" non ce piglia nulla con la realtà. O perlomeno la primaabbazia costruita circa nell'anno 1000 è andata in parte distrutta in un incendio ed è stata ricostruita fra il 1700 e il 1750. Quindi vi trovate davanti a una cosa abbastanza enorme ristrutturata di recente con quel non perfetto buon gusto in cui l'Unesco non ci mette molto i puntini sugli i (ok, piano a ritinteggiare, diobono: sembra una di quelle rinfrescate ai palazzi che fanno a Parma dove dipingono di rosso magenta i mattoni dei palazzi del centro) di chiaro gusto baroccheggiante, con bastioni ed ornato da statue di santi, dal quale si accede agli ambienti interni. Balconate, obelischi, sculture, stucchi e fontane danno luogo a un autentico manifesto del barocco, stile che con la sua opulenza continua negli appartamenti imperiali, oggi adibiti a museo insieme alla lunga galleria.

La Stift di Melk è tutto sommato bella, ma non rispecchia quella abbazia che nel XII secolo ricopiò numerosi e importanti scritti tramandandoli nei secoli. Resta una però delle cose più fighe da vedere nella valle della Wachau, E forse lo sanno un po' tutti gli italiani, visto che bestemmianti, sciamanti, e cicloamatori si inerpicavano su per la collina. Per dire: parlate a voce bassa, se andate. Non si sa mai.


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