Se non ho scritto una settimana è perché non era confortevole farlo qua e là. Sono stata a Milano. Una roba che sembrava una visita pastorale. Una roba che un paio di persone si sono subite il mio sms dicendo “rimandiamo, ché sono stanca”. Un po’ me ne scuso ancora: il fatto è che cerco di programmare tutto all’esasperazione perché ho il terrore sempre che qualcosa mi lasci il tempo di pensare.
Non ho pensato. Diciamo che ora ho la testa leggera. Mi sono incazzata coi mezzi, coi milanesi, con i concerti che non giravano come mi aspettavo. Mi è mancato avere una connessione fissa. Ho fraternizzato con un gatto. Mi sono resa conto che quando le persone ti vogliono bene non conta aver fatto passare del tempo dall’ultima volta che hai visto se c’è davvero una base di sentimento affettivo.
Non riuscirò mai a dirvi che Milano sono riuscita a capirla. Non è nelle mie corde, però ormai so orientarmi.