Niente sold out e palazzetto vuoto per circa metà, quello di Bologna, nella prima tappa del Sun Comes Out Tour di Shakira. La seconda cosa a destare clamore è stato anche l’inizio molto calmo del concerto: quasi a orari ispanici, alle 22:10, con il pubblico che già abbastanza spazientito iniziava a rumoreggiare, anche forse per via dei giovanissimi fan accorsi: infatti erano numerosissime le bambine presenti al palasport, accompagnate dai loro genitori, alcune addirittura avvolte dalla bandiera della Colombia in onore della loro beniamina.
L’ingresso di Shakira viene effettuato da un tunnel laterale composto da un cordone umano della sicurezza: subito la cantante si fa notare in un vaporoso abito fucsia, a dir poco accecante, che dopo pochi metri di passeggiata sulla passerella che si allunga dal palco, attorniato dai fans, cade e accende l’inizio dello show.
“Bologna, questa sera sono tutta tua” dice in un perfetto italiano la cantante colombiana “Io ho un desiderio oggi ed è che vi divertiate, va bene?”
Il concerto è un autentico show, fatto di musica e soprattutto ballo, anche se con troppi tempi morti nei cambi di abito della cantante che non sono coperti a dovere dai suoi musicisti e dal suo corpo di ballo.
Spettacolo che spazia dai suoi vecchi successi riarrangiati in chiave più rock, come ‘Whenever, wherever’, quando la cantante fa salire tre sue fan sul palco ad ancheggiare con lei e a far loro un corso accelerato di danza del ventre, per poi passare a un angolo gitano-arabeggiante che stravolge anche la nota canzone dei Metallica “Nothing Else Matters”. Per poi passare ai pezzi famossissimi in Sudamerica e meno commerciali, nonché un lungo pezzo arabeggiante, forse in omaggio delle origini mediorientali della cantante, dove la cantante ci da un autentico saggio quasi straziante tra danza del ventre e qualcosa molto simile alla nostra Taranta.
Shakira riesce a far dimenticare al pubblico di tutte le età la lunga attesa e a fargli vivere insieme a lei tutte le canzoni cantate, confermandosi sia stella del pop che cantautrice di talento nei brani più intimistici.
Il palazzetto si scalda particolarmente nei due encore: la hit ‘Hips don’t lie’, e l’attesisssima, quasi calcisticamente al novantesimo minuto, ‘Waka waka’, l’inno dei mondiali di calcio in Sudafrica, preceduta da un video sui sogni dei bambini africani e spot delle attività umanitarie tenute dalla fondazione benefica per l’educazione infantile di cui la cantante è presidentessa.
(Gazzetta di Parma)