Quanto vale un David di Donatello?

From Pixabay.com

È opinione diffusa, tra gli addetti ai lavori che ruotano intorno al mondo del cinema e dell’audiovisivo, che i festival e i premi di settore siano un volano commerciale – pressoché gratuito per giunta, tolte le spese di promozione – per ogni tipo di prodotto, dai blockbuster a quelli che nei paesi anglosassoni chiamano art film. Ma è davvero così?

Se si parla di premi internazionali, come l’Oscar o quelli assegnati dai principali festival internazionali (diciamo, in ordine sparso: Cannes, Venezia, Berlino, Toronto, e in seconda battuta Roma, Rotterdam, New York, Vancouver, Tokyo), la cosa è sicuramente vera. Basti guardare la parabola commerciale di un fenomeno come Parasite, baciato dalla gloria sia a Cannes che – con grande stupore di molti – nella notte degli Oscar di quest’anno. Il film di Bong Joon-ho ha addirittura vissuto due impennate commerciali, in corrispondenza delle due premiazioni (maggio 2019 e febbraio 2020), vivendo praticamente una seconda giovinezza dal punto di vista del botteghino. Ma per quanto riguarda i premi nazionali slegati dalle liturgie dei festival? Parliamo di premi come i BAFTA, i Goya, i César, vale a dire gli equivalenti – rispettivamente – inglesi, spagnoli e francesi degli Oscar. E ovviamente del loro omologo italiano, il David di Donatello.

Da circa un ventennio, il premio è stato rilanciato e reso meno “provinciale”, grazie soprattutto a una sapiente macchina promozionale, a un maggiore coinvolgimento delle istituzioni pubbliche e ovviamente a un’organizzazione capillare, capace di scandagliare realmente in profondità il mercato cinematografico interno, cercando di sostenere la produzione autarchica sin dalla fase della distribuzione, quindi lungo tutto l’arco della stagione. Ma tanta cura, così generosamente profusa, è stata in grado di incidere sugli incassi dei film premiati? Se osserviamo casi relativamente recenti, come La grande bellezza di Paolo Sorrentino e gli ultimi titoli firmati da Matteo Garrone (in particolare Dogman), sembrerebbe di sì. Ma come sappiamo il 2020 è un anno particolare, con i cinema desertificati per decreto da marzo causa COVID-19, e pertanto parametrare il successo di un film sulla scorta degli incassi è praticamente impossibile. L’unico riscontro oggettivo rimane lo streaming, che ancora oggi si configura l’unica esperienza spettatoriale praticabile (TV generalista a parte), e tale rimarrà almeno fino alla metà di giugno.

Certo, lo streaming è materia per binge watchers, che di norma prediligono le narrazioni seriali. Ma accanto a siti specializzati in serie TV (come eurostreaming), nella galassia di portali che offrono tale servizio si stagliano aggregatori di titoli cinematografici di ogni epoca, in grado di placare l’astinenza da sala degli spettatori. È a siti come il genio dello streaming, dunque, che ci si rivolge per tastare il polso dello spettatore cinematografico, e sottoporre a verifica il suo grado di ricettività nei confronti della scelta dei premiati della 65ª edizione dei David di Donatello.

Si scopre così che un titolo tranquillamente classificabile come “difficile” come Il traditore di Marco Bellocchio, dedicato alla controversa figura di Tommaso Buscetta, ha beneficiato non poco del trionfo decretato nella serata dell’8 maggio scorso. Stesso discorso per Il primo Natale di Ficarra e Picone, già campione d’incassi al botteghino, che oltre a portarsi a casa il David dello spettatore ha goduto di un’inattesa risalita d’interesse attraverso lo streaming, malgrado la sua “stagionalità” inducesse a pensare che ciò non fosse possibile. Gloria telematica anche per gli altri premiati, da Il primo re di Matteo Rovere a Bangla di Phaim Bhuiyan, da La Dea Fortuna di Ferzan Özpetek a Martin Eden di Pietro Marcello, fino al Pinocchio del già citato Matteo Garrone. Insomma, non saranno mai gli Oscar ma i David di Donatello una loro autorevolezza ce l’hanno eccome e, cosa più importante, il pubblico sembra credergli.


Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.