Cosa ti spinge a medicare.

Potevo parlare dell’arcivescovo di Vienna che sta tentando di avvicinarsi al soglio pontificio dicendo suppergiù che darwin fumava incenso, potevo replicare su sglaps il mini trattatello che ho fatto ieri al telefono secondo il quale a febbraio prossimo nasceranno molti bimbi in inghilterra ed essi saranno di sesso maschio [oh, ci sono delle basi biologiche serie eh], ma poi ho sentito i dolori che ho addosso e alla fine ho desistito. Mi sto trascinando una pseudoinfluenza che ho attaccato a parenti e amici da circa quindici giorni. Sono quasi uno straccio, son così piena di dolori che tra poco mi autofustigherò per sentirne meno.
 
Suvvia, continuiamo con un filo di post molto personali. Ieri parlando di (ehm) problemi estetici con il buon mirkuz  via sms mi si è ripresa la fissa per una cicatrice.
Ecco, sta roba che intravedete male qui a lato è la mia cicatrice dell’appendice. Ha ben 12 anni, è l’unica delle mie ex otto-dieci cicatrici varie che non ho fatto togliere? Perchè? Boh, un insieme di cose. Mi sta sul cavolo andare dal medico, tenerla lì e vederla tutti i giorni mi ricorda cosa è l’ospedalizzazione e che va evitata in tutti i modi possibili. Insomma, fa schifo ma me la tengo a meno che debba andare dal chirurgo estetico per farmi un tagliando generale e ci includo anche quella.
Il togliermi l’appendice non fu la mia prima operazione né il mio primo ricovero.
Mi misero però in una stanza a sei letti. Due signore avevano più di ottanta anni, e una rantolava spaventosamente (tanto che spirò nell’oretta in cui io stetti in sala operatoria), una ne aveva una sessantina e stette tutta la notte prima dell’intervento a parlare di cucina con mia nonna non facendomi dormire. Una era una signora che stava di fronte al mio letto e ce l’aveva con Iddio e col mondo intero e bestemmiava come uno scaricatore di porto.
Non c’è che dire, per una dolce bimba di dieci anni era un bello scenario. Tralasciando i particolari ricordo benissimo il giorno dell’intervento.
L’anestesista parlò con me di un mare di stronzate cercando di distrarmi. Io vedevo benissimo che non riusciva a prendermi la vena, quindi quando glielo feci notare sbiancò e poi diventò viola. Poi passò il chirurgo, urlandomi "Giovanotta! Non capisco perchè tuo padre non voglia assistere all’operazione…". Meno male, pensai. Ma poi pensai che quel chirurgo lì stava per mandare al creatore mio nonno trent’anni prima operandolo di ulcera.
A quel punto visto che ero ignuda non potevo scappare. Mi risvegliai nella camerata di donne piena di dolori. E secondo loro non avevo problemi perchè mi ero messa sul fianco destro dell’appendice. Cazzo, sul sinistro non potevo, mi tirava tutto. Un male boia, l’anestesia non era stata ben dosata e stavo da cani. La ferita dopo una settimana infatti iniziò a buttar fuori di ogni, ma soprattutto sangue, tanto che il chirurgo mi allentò da sveglia i punti e usò la garza come un oro saiwa pucciandomela dentro e togliendo i coaguli di sangue e tutto quello che producevano i capillari intaccati.
Sei ore dopo arrivò l’infermiera con la padella. La guardai e chiesi cosa volesse fare.
«Eh, dovrai fare la pipì…»
«Lì? Sono nove anni che non la faccio al letto…»
Insomma, dopo uno scambio di opinioni faccio arrivare la dottoressa di guardia che dice che mi posso tranquillamente alzare e deambulare verso il cesso, mentre la caposala sbraitava dicendo che una cosa così non si era mai vista.
«Ma ha ragione la ragazza. Così si previene anche il rischio di trombosi…»
Il giorno dopo obbligai mia madre a farmi uscire. Lei non voleva firmare. Arrivò il chirurgo che mi dimise proprio lui. A casa la ferita, più lunga del normale causa retrocecalità dell’appendice stessa, dopo 4 giorni iniziò a perdere liquidi. E alla fine mi ha dato noia per 2 anni. Meglio tenerla, a ricordo.

0 thoughts on “Cosa ti spinge a medicare.”

  1. Davvero splatter !

    Io fui un po’ piu’ fortunato, la Buon’Anima di mio zio era primario anestesista e mi trattarono con un certo riguardo (mi misero nel reparto coi bambini anche se avevo piu’ di dieci anni, ed è sempre meglio che stare con gente che sta per stirare le zampe, concorderai…).

    In ogni caso, non è stata certo l’esperienza migliore della mia vita !

    In piu’, cicatrizzai male, all’esterno (si chiama “cheloide”), quindi la ferita mi fece schifo per un bel po’. Ora non è piu’ così evidente, dato che crescendo la pelle si è stirata.

    Buona Giornata !

  2. Io ne ho due belle grosse che mi ricorderanno per sempre di quando stavo per tirare le cuoia ,ho girato diversi chirurghi estetici ma non si può far niente ,d’altronde ,mi hanno detto le cicatrici sono come il vino .migliorano col tempo…mah…a me fanno schifo ora come allora! Ciao Fran

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