Trittico euno.

Allora, volevo raccontarvi una cosa davvero spiritosa della mia vita, ovvero la giornata dei miei diciotto anni.
Oh, insomma, io ci avevo in mente 3-4 post ove da una parte dovevate tenere il fazzoletto sulla tastiera, la lametta nella mano opposta al mouse e un cilicio appresso, ma pareva brutto, ecco, vengono i nuovi visitatori e prendono paura. E io mica sono il baubau.
Ecco, magari uno per i diciottanni s’è andato a far bagordi io ehm no. Orbene, tra i vari mestieri fatti io ho fatto anche quello della guida turistica. Ecco, il tre maggio di anni fa ebbi una guida, in un posto un po’ lontano. Diciamo che anche mia mamma è guida, e lo è tutt’ora, e io lavoricchiando in tandem con lei prendevo sempre i posti peggiori: necropoli rupestri, viperolandia, cose così. Ecco, quel giorno dovetti andare con una collega di mamma alla necropoli etrusca della Banditaccia. Mia mamma non era contentissima. Ovvero, era contenta che prima in tre e dico tre ore guadagnavo ciò che ora guadagno in trenta e che avessi un mio bel lavoretto… però sapeva come guidava la collega e quindi mi impartì una specie di benedizione in articulo mortis dicendo di chiamare non appena poggiassi viva e vegeta piede su suolo ceretano.
Dunque, partii con la collega della mamma. Ella era, ed anzi è, un tipo un po’ strambo. Bibliotecaria di primo lavoro, vedova senza figli [difatti a forza di dire a mia madre: "beh, ma almeno tu hai sempre Francesca" mi sa che sta frase ha portato di una sfiga della madonna]. Parlammo un bel po’ durante il tragitto, anche perché lei prese una strada alternativa e guidava arrembante stando sempre sulla linea di mezzeria.

"Che poi, io non capisco questa gente con la smania del matrimonio…"
"Eh"
"…io mi son sposata perché lo volevano le convenzioni sociali…"
"Già"
"…ma anche mio marito era dell’idea che si può stare bene insieme senza sposarsi."
"Vero."

Insomma, mentre abbiamo tentato di fare un frontale con un trattore o siamo quasi rimaste a piedi perché il pandino non è che gliela faceva tanto. Alla fine, giunte a destinazione, mentre lei si rifaceva il trucco e tentava di accomodarsi la permanente io cercavo la fontanella per bere ma, puntuale come un testimone di geova, arrivò il gruppo. Mi pare marchigiano, e una quarta ginnasio. Panico, gente quasi della mia età, ma che tanto mi crederà più grandicella, ché l’altezza aiuta.
Primo suggerimento alle giovani guide: pasturatevi due categorie. Il capogruppo e delle simpatiche donnine come carampane. Lì hai praticamente tutta la visita già fatta con la mancia già in tasca.

Il trauma però fu alla biglietteria.
Beh, ecco, per non si sa quale problema tra provincia e soprintendenza quel giorno le guide dovevano pagare. E non potevano neppure spiegare all’aperto [cosa che, una necropoli, è quasi tutta all’aperto a meno che di mettersi tutti sotto il tumulo con ottima acustica ma ossigeno rarefatto], così mentre la collega si mette a litigare con sovrintendente e bigliettaia io gli faccio:

"Scusi signorina (a un cofano di sessantanni, rossetto tipo pummarolangoppa, ndfran), io compio i diciotto oggi, mica devo pagare neh?"
"Mannò, vada vada… auguri."
"Compagniaaaaa, avanti che si va al pascolo, su su seguitemi bimbi."

[continua domani, se volete]

0 thoughts on “Trittico euno.”

  1. Complimenti per l’ingegnosità!! Leggo oggi il tuo blog (ops, mi sa che era sglaps vero?? =P ) per la prima volta, trovato passando per le vie traverse di altri e mi è piaciuto molto! ;) Un beso, Vale!

  2. Beh, io non ho fatto nulla di “festaiolo”… sono andato a scuola (era un lunedì), poi a casa… credo mia madre avesse fatto una torta, ovviamente di quelle piene di Alchermes (che a me non piace) e cose del genere. Non avevo una ragazza e quindi non ho nemmeno trombato, quel giorno…

    Sai, a pensarci ora che d’età ho quasi il doppio il tuo mi sembra migliore… :-)

  3. uh, non vedo l’ora di sentire il seguito… a mò di storiella della buona notte! dai, non lasciarmi a piedi che in questi giorni mi cucco una sana influenza! ^____^

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