Suk, nel senso mercato.

In pratica io sono fisicamente la copia di mio nonno paterno e mentalmente quella di mia nonna materna.
La cosa fa impressione, e ora vi spiego.

Mio nonno paterno era un puttaniere, tanto che dovrei spiegarvi le mie esatte parentele, ma ne esce fuori una cosa tipo Beautiful e dopo mi darebbe noia che facessero una fiction su di me.
Mio nonno paterno studiò anche qui a Parma, e per la cosa di cui sopra ogni tanto quando mi giro e vedo qualcuno somigliante mi si prende un po’ ansia, a dire il vero, che parte del nostro dna coincida.

Mia nonna invece è un personaggione. Cioè, ora me la ritroverò in casa un bel periodo, tra preoperatorio e postoperatorio e a me toccherà dormire sul divano, e io e lei per periodi superiori a traé giorni ci urtiamo, ma son cose.

Da mia nonna ho preso il contrattare selvaggiamente su qualsiasi cosa, quando ci son di mezzo i soldi.
Mia nonna va ancora al mercatino rionale e per farsi dare le cose migliori dice che sono per sua nipote quella piccola.
Ora, io ci ho anche una donna che può testimoniare che io quando ci sono dei soldi in mezzo sono peggio di un’attrice neorealista.

[se il successivo racconto può presentare toni leghisti o squadristi è il mio personaggio, non sono io]

Orbene, tutto questo cappello introduttivo per dire che la Anna aveva portato la sua macchinetta a fare la revisione la settimana che io salii a Milano. Dunque, anziché prendere il Vitara del Mirko andammo dal meccanico a ritirare la bianca macchinina. Arriviamo lì, attendiamo circa dieci minuti in ufficio, dacché lì il proprietario aveva da fare i cazzi sua.
Quando entra accampa una serie di scuse da Libro Cuore. Più che Cuore è libro Paga. Tira fuori il preventivo su un foglietto volante e dice, contrito come uno che si è pentito di 34 omicidi fatti e a cui stanno per dare l’infermità mentale, che la finanza è stata lì.
Io intanto spio che insomma, quei dodici euri per un bollino blu che io invece li ho pagati quattro mi paiono un po’ tantini, e quindi tento la carta dell’empatia verso quello strozzino lì vestito da artigiano.
"Eh, capisce… la finanza… son venuti qua, multa…. bla bla…. fattura…."
"Eh, certo, già già… fanno sempre così… eh…"
Anna, che già si era urtata quando il tizio lì aveva iniziato a fare cerimonie chiedendo se fossimo sorelle [spero che mio nonno non abbia dato anche da te, per il tuo bene, dico] lì mi intraguardava pensando "mah, strano, la fran pare simpatizzare per il terrone".

In realtà, capito che il tizio lì avanti voleva non fare fattura a sto punto speravo di portare i dugentotrentatré euri a conto pari. Cioè, calare qualcosa, che magari l’uomo avendoci sangue del Sud era anche propenso alla contrattazione.
Solo che il pirla riesce e io do un occhio alla nota spese. Prezzi un attimo messi a caso, col cazzo che poteva farci una fattura regolare, ma volendo caricare anche l’IVA si sarebbe saliti un casino, e insomma, la Annina mica va a battere eh per guadagnare [Mirko, però è una idea, che ne pensi?]
Ordunque, quando colui rientra sono già le cinqueemezza. E ricordando dell’ora di coda il giorno prima ci abbiamo della premura, ecco. Lui, contrito come Quasimodo mentre cantava Balla mia Esmeralda tenta di strappare gli ultimi applausi ritirando fuori la finanza bla bla etc etc. Solo che, pagando col Bancomat, deve fare un cencio di ricevutina. Lì l’actor studio.
"Guarda rimetto i soldi dell’IVA io, per stavolta li rimetto io…"
Io pensai una cosa tipo:
"Ma rimetti quel cazzo che ti pare, io ti ci manderei la finanza tutti i giorni, ladro. Più spesso debbono venire. Ladro."

In tutto questo la Anna ci aveva fretta. E glielo ricordava ogni venti minuti.
Dannato bancomat. Annina, portami a contrattare da qualche parte, ti prego.

0 thoughts on “Suk, nel senso mercato.”

  1. ROTFL, se non fosse che pensavo fossi solidale ti avrei lasciato contrattare. Allora fra due anni la porti tu la macchina bianca dal mio meccanico, ti metto in mano tutto :D

  2. Annina: il tuo personaggio sì, tu no.

    Pensierofolle: l’evasione? cosa è?

    Ciccio: fortuna di no :D

    Filippo: non mi ricordo, a dire il vero, ma potrei rinarrarlo.

    Nicole: e non ho reso bene :D

    Licenziamentodelpoeta: di norma penso anche peggio. Noi chiancianesi ce l’abbiamo col mondo.

    Annina: tu, lasciami stare, che ti difendo io meglio di Mirkuz [figo, sembra uno spot dei pacs]

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.