Per solutori abili.

A me i reggiani stan simpatici. E oggi son passata a Reggio Emilia. Ora io Reggio Emilia non la conosco tanto bene ché non ne ho avuto modo e tempo, però mi sembra una graziosa cittadina.

Solo che ha una cartellonistica stradale un po’ alla sesso di segugio. Mi son trovata due volte davanti allo stesso monumento seguendo la segnaletica per Parma. Prima del terzo giro ho deviato a senso verso Mantova e dopo ho trovato i cartelli esatti.

No, i navigatori satellitari impigriscono le menti, non servono. A meno che non siate casi clinici come quest’uomo, che si perde anche nei suoi pantaloni. Se li usate cazzivostri eh, ma vi stimo meno.
E anche no, se uno deve fare Parma-Modena per 60km prendere l’autostrada mi da noia. Voi non capite, ci avete tutte le strade diritte. Noi che abbiamo una curva sì e una dopo pure ‘ste cose le apprezziamo. Il casino è che sulla via Emilia c’è un sacco di mezzi pesanti, ma superato quello non è male.

Poi ho rivisto Modena e mi son accorta che la strada lì verso il Policlinico la ricodavo benone. Mi chiedo quanta capacità hanno i miei neuroni, in storaggio della memoria.
E insomma, il centro di Modena non è male, ma il resto della città anche insomma, meglio Parma.

Insomma, ci son sti grandi disegni dietro di te che ti spingono da un posto all’altro, da una scelta all’altra, andando contro la tua volontà. Anche se tu cerchi di deviare con tutta la tua forza di volontà che puoi possedere. Le cose vanno nel modo come cavolo gli pare, e se le guardi dopo sei anni pensi che in fondo il grandedisegnodestaminchia che non ti ha permesso di iniziare medicina a Modena nel 2002 ma ti ha portato a Parma non era così male.
Ora, però, gli altri eventi capitati fuori dalla mia volontà non so se me li spiegherò così bene in futuro eh, non ne vedo l’utilità.


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