Vai col liscio!

Volevo gentilmente dire alla signorina che parla del suo alveo nello spot Activia (non la Marcuzzi, la studentessa che ingloba cibo impunemente durante gli esami e poi le si prende la sciolta) che non è così malvagio liberare gli sfinteri in un bagno non proprio.
Per esperienza lo trovo meglio che farsela nei pantaloni propri.

[cosa che, dopo le operazioni che ho subito, è capitata una ventina di volte, con un computo ottimistico. Dopo il sentirti umiliato della prima volta, il pensare a portare i linidor tra la terza e la quarta volta poi è una cosa che ci fai l’abitudine – sperando naturalmente che non si producano semisolidi dall’odore pestilenziale- pregando che siano feci acoliche, cosìcché non ci son problemi allo smacchiaggio, a meno che non giri gente con lampade ultraviolette. Naturalmente l’obiettivo è andare nel bagno pubblico, fregarsene dei nemici dell’igiene, e lasciare lì i miasmi alla violetta senza traslocarseli appresso.]

Forse avrei dovuto scegliere di non ammalarmi.

Sono in un simpatico periodo di stasi curativa.

Ciò da una parte è ganzo, perché mi sta permettendo di sperimentare una cosa bellissima: siccome tutti i farmaci che prendono sconsigliano l’uso di alcoolici sto accompagnando il solito cockailone di pastiglie delle 3 di notte con assunzioni di alcolici quotidiane e spalmate in tutto il giorno.
Calcolando che da diverso tempo prendo un farmaco che come effetto collaterale ha l’istinto al suicidio (e l’ho centrato, l’effetto collaterale) posso invece informarmi per almeno a me l’alcool non interagisce con la sarabanda di pastiglie che prendo.
Chi scrive i bugiardini è un terrorista (detta con il cervello da medico disattivato. In realtà, bambini!, non è vero).

Del resto vorrei arrivare anche io come lo scopritore dell’LSD a vedere un secolo intero compiuto.

Sarò una di voi, attendetemi.

Come era la cosa del cucchiaio circondato dal miele per non far sentire l'amaro?

Il mio medico, che dovreste vedere la curva del mio gradimento nei suoi confronti: ora siamo nel terzo e quarto quadrante cartesiano, è un guitto.
Per ovviare a uno degli innumerevoli acciacchi fisici che m’aritrovo mi ha detto:
"tieni, ti do queste medicine che si danno anche alle donne incinte".

Ora ho capito il perché delle malformaz… ehm. Dicevo, io che amo sperimentare [da segnalare una mia battuta allo sglapsconvivio: "ma si possono prendere alcolici se ho appena smesso gli antibiotici?" "lo chiedi a me? io ormai mischio tutto pericolosamente, sto svoltando per il rochendrol"] ho deciso di fare una prova e quindi ho sospeso per giorni due l’assunzione delle sei compresse al giorno, ed ho constatato che il senso di nausea tipo "passeggero di un gommone Durazzo-Puglia", quella sembianza di convivere con una pantegana nell’esofago, quel sentire che hai l’alito tipo elisir fogna di Calcutta e questo fastidiosissimo senso di arsura che ti obbliga a bere tre litri d’acqua fuori i pasti si attenua parecchio.
Poi, che il problema sia peggiorato è una cosa a parte e son anche cazzimiei.

P.s. Stasera c’è Radio, per le solite cose guardare qua a sinistra. Credo attaccherò dopo le 21:15.

Noi medici.

Allora, sappiate che l’ambiente più pettegolo dopo quello del pubblico impiego e delle pulizie è quello medico. Infatti un medico che riesce a mantenere tutta la sua PRAIVASI non facendo trapelare nulla o mettendo in giro notizie neutre è un idolo per la comunità tutta.

Io tutto quello che so di medicina l’ho imparato sulla mia pelle. Perché qualsiasi studente all’anno in cui sono io, se lo prendete e gli fate le stesse domande che fate a me in gtalk o in email o via sms quando state male mica vi sa rispondere eh.
Eppoi cavolo, negli ultimi 3 anni ho preso prima di altri medici ben 14 diagnosi. Cosa che mi dovrebbero dare mezza laurea ad honorem.
L’unica cosa che porta una sfiga della porcazozza è una cosa che si tramandano le infermiere (carissime!!) che dicono "ah, ai figli dei medici gli si prendono le peggio cose e le più strane". Stranamente (toccatina) è vero. Non andrò a farvi esempi personali ma constatavo che anche per molti colleghi è così (in università non si sa ancora che anche io provengo dalla casta. Non mi piace vantarmi né lo trovo un motivo di orgoglio)
Noi si imparano nei primi anni poche cose: la danza di corteggiamento dei piccioni perché sennò la picciona non riconosce il piccione, quale è la via metabolica dove va ad agire il cianuro che le vecchiette inglesi usavano nel té e si sentiva odore di mandorle, quale è la percentuale delle cellule morte dell’intestino sfaldate nella merda e susseguentemente quale è la percentuale dei batteri morti, che esiste in gastroenterologia una tabella con vari disegni di feci da far indicare al paziente per capire meglio la patologia, che la maggior parte dei campioni di coprocultura arrivati al laboratorio analisi è praticamente inservibile perché i medici di base non dicono al paziente come prelevare il campione.

Mio padre aveva ragione quando gli dissi che prendevo medicina a rispondermi: "ma no, c’è tanta merda".
Poi il suo migliore amico, medico (momentaneamente schizofrenico, ma cosa volete che sia) gli disse: "mannò, ma se la bambina (!!!) vuol fare medicina ci siamo pur sempre noi a sostenerla".
Il giorno dopo rincontrandolo al bar mi chiese: "te che facoltà vuoi fare?"
Dovevo cogliere questi segnali, ma la passione è passione. Ti rende orbo.

Dicevo, io tutto quello che so o è stato provato sulla mia pelle o è stato captato dalla giovinezza passata nello studio medico di papà a digitare ricette e a vedere analisi (e mio padre sperava facessi tutt’altro. Mi sa che è come se alla mia futura prole regalo un ciuccio bianconero e un sonaiolo a mo’ di zebretta e poi mi aspetto che tifi Parma per rifiuto, bah) . Sono l’anti ipocondria in pratica, seguo il processo inverso.

Ci sono diversi episodi che ricordo con piacere e che mi han fatto fare bella figura nei tirocini pur non avendo mai aperto per esempio il libro di pneumologia (per ora prof eh, il suo esame voglio prepararlo con cura, non si preoccupi, ci vediamo in corsia ma io indosserò il camice eh!):

Tizio brasiliano porta le lastre a mio papà, io mi avvicino a scorgerle.
Papà: "mannò, ovvìa, non è nulla… prendi solo queste…"
Fran: "… papy, ma…"
Papà: "ssssst, dopo."
Fran: "…."
(dopo)
Fran: "papà, ma quelle chiazze lì non sono tubercolosi?"
Papà: "magari se lo incontri non parlargli di fronte, non vorrei ti attaccasse qualcosa".

Tizio arriva in studio con le analisi del sangue. Tizio ha già una storia di glicemia altina.
Papà: "mmm, e lei si sente solo un po’ insonnolito eh"
Tizio: "eh, sì, da qualche giorno"
(papà mi indica la glicemia. Il valore è a 9000. Se vogliamo proprio stare nella norma è 180)
Papà: "solo un po’ di sonno eh?"
(papà digita il numero dell’ambulanza. Il tizio in pratica doveva essere più che in coma diabetico e invece aveva solo sonno. Son cose.)

La cosa ripensandoci è positiva. So come si stasa un orecchio dal cerume, so discretamente bene la farmacologia pur non avendola ancora data come materia coniugando esperienze personali, universitarie e pragmatiche da gggiovane. La semeiotica l’ho imparata lì da giovane perché a noi mica ce l’avevan fatta provare eh, inizialmente. Mio papà sta lentamente accettando che io faccia medicina:

Papà: "ma gli esami?"
Fran: "oh, ci son 3 sessioni l’anno"
Papà: "ai miei tempi no"
Fran: "eh, checculo, e te ci hai messo ugualmente nove anni?"
Papà: "ai miei tempi si davano ogni mese"
Fran: "da me 3 sessioni all’anno, con salto d’appello e propedeuticità. Rilanci o vedi?"

Son cose.
In compenso io ricordo a memoria ancora metà terapia farmacologica del paesello e relative affezioni. Da un lato è molto bello andare in tabaccheria e sapere "ah! te ciai questo e io lo so". Siamo gente strana noi medici, mi sa che ci si nasce.

P.s. La cosa che mi manca di più dell’essere figlia minore di medico è la mancanza delle cure termali a scrocco. Per quello non rivedo l’ora di laurearmi.

Why not smile (You've been sad for a while)

Io e i miei denti abbiamo un buon rapporto.

Io li curo poco e male, non vedo il dentista da quando mi tolse il filo di contenzione post-apparecchio nell’arcata inferiore, mai una carie (e lo stesso disse "se non t’è venuta ancora, non ti viene più).
Io, come tutti gli studenti di medicina, so che ci son 32 denti in bocca e basta. Per contrappasso i miei padrini di battesimo son dentisti nonché anche il testimone di nozze di mio padre. E nessuno dei loro figli porterà avanti la professione.
Perché non ho scelto odontoiatria, perché?
Ma non posso essere un testimonial mentadent con tanto di mela verde sgranocchiata. I miei denti per contrappasso sono piccoli e non molto bianchi di smalto naturale. Nonché salutariamente ho sofferto di bruxismo. Aggiungiamo che secondo me un incisivo ha un po’ di priapismo e abbiam fatto filotto.
Ah, per farmi finire di odiare vi dirò che a me, i denti del giudizio non vengono.

[piano coi colpi. Voi in compenso avete tutto il resto funzionante. Io no]

Tutta questa manfrina (vi ometto le torture avute per raddrizzare i denti: di ogni e terribilmente dolorose. Se a tutt’oggi non prendo nulla per il mal di testa è perché alle ossa palatine ho avuto fratture autoindotte da un bagaglio che dovevo far scattare quotidianamente per circa un mesetto. Ora un banale mal di testa o denti non mi tange più. Fanculo Moment) per dirvi che i miei denti son piccini e quindi la maggioranza delle mie foto viene fatta celandoli naturalmente dietro la serrata labiale.
Nonché se rido mi si infossano gli occhi.
Ansomma, meglio quando non rido, e non perché non ci sia da ridere (non c’è niente da ridere per ora), ma perché la mia espressione seria mi è più congeniale.

In realtà potevo anche dire che odio le mie mani, perché son troppo belle e grandi e spesso in giro non ci son guanti del 10, o le mie unghie, perché se non le tengo lunghe son troppo dentro il letto ongueale, ma la storia dei denti mi veniva più lunga.
Anche se secondo me avevo già parlato di denti.

Everybody Hurts (& everybody lies)

Da quando ho visto la pubblicità di Mediasetpremium mi sono accorta che Hugh Laurie quando interpreta Gregory House porta un parrucchino sulla tonsura.
Son traumi, come sapere dopo 20 anni che Derrick portava il parrucchino.
A sto punto diteci che Rex ha le pulci, così facciamo filotto.
 

Canale5 per lanciare l’orrido programma (come fate a vedere Amici?) defilippiano ha riscodellato l’ennesima replica di House. Ormai inizierò a saperle a memoria come per Rex. Ma quale è la cosa bella? che se già ne parlai qui che amavo il personaggio ma il telefilm insomma, ecco, a volte fa schifetto, ora ne vorrei riparlare.
 

House per noi (sic) scazzati operatori medicali è una mano santa. D’ora in poi chi sarà schizzoide e scostante lo si guarderà sornioni dicendo: "il mio medico è come Aus".
Se House vivesse in Italia non riuscirebbe ad esercitare, in quanto (spieghiamo con un paio di esempi veloci veloci, ché oggi non ci ho voglia di scrivere e anzi devo andare in una stanza con molte maioliche al più presto possibile):
  • Egli prescrive per qualsiasi cosa una risonanza.
"Dottore, il paziente ha una pustol…"
"Facciamogli una risonanza, biondino"
Qui per fare una risonanza, se non in urgenza (e l’urgenza vuol dire entro 24h) perché vi state spegnendo serenamente, ci son liste d’attesa, non tutti i nosocomi son attrezzati eppoi -càsso- costa. E siccome costa prima che voi vi addentriate in esami del piffero andate a rispolverare la semeiotica.
  • Sebbene sia un telefilm su un diagnosta, insomma, la diagnostica la si opera solo per immagini.
Io mai vidi né Gregorio né i suoi assistenti fare un nonsoché di manovra semeiologica (i.e. abbassare la lingua, smanacciare una pancia, far dire trentatré sebbene si sia a Parma), e lì è un Male anche del medico moderno, che ti guarda da lontano e non ti tocca neppure con la pertica come si faceva con gli appestati.
  • Americanizzazione delle procedure, o procedure alla cazzo.
Mica solo il criterio "ex adiuvantibus" (ovvero: mah, sarà quello, quel che non strozza ingrassa). Ad esempio ieri c’era quell’episodio di una con il baubau al fegato. Ormai il carcinoma al fegato non si opera più, ma si mettono grosse siringone esternamente.
[ora si prega i deboli di stomaco di soprassiedere all’episodio nosocomiale che vado a enumerare e di passare al prossimo puntino dove scriverò una chiosa non irresistibile, ma dopo potete commentare anche oggi dicendo: "che cagata"]
Io ci ho il mio epatologo che è un po’ un Gagà, ma quando vuol spiegare è simpatico. Tratta tutti di merda tranne le fighe e me. Quindi un giorno mi fece, dopo le cose mediche mie che non vado a spiegarvi: "su mettiti un camice che ti faccio vedere una termoablazione". E lì iniziò a spiegarmi che ormai i carcinomi si trattano in due modi, e che il trattamento è per guarire uno, e l’altro per farti andare avanti alla meno peggio. Il primo consiste nella termoablazione: una specie di siringone con all’interno una specie di pinza che si allarga come i raggi dell’ombrello una volta inserita nel parenchima epatico (nel fegato dove c’è il nodulo). Una volta inserito sviluppa un calore con un meccanismo simile al micronde, quindi il vostro fegato verrà cotto nel punto del baubau. Sì, fa male, perché si sviluppano un centinaio di gradi, però venite assistiti da anestesisti e mezz’ora dopo andate a casa.
Il secondo caso, quando il tumore ormai infiltra tutto (la vascolarizzazione si vede con l’ecografia con mezzo di contrasto) è iniettare alcool puro per creare una necrosi dei tessuti. E poi come va va.
Son ‘sti metodi che son belli, perché ormai si tende ad operare poco e nulla nel gastrointestinale se non in medicina d’urgenza. (ora, io so che me li fan vedere tutti perché da quando ho detto che non c’è niente di più bello di vedere un torace aperto e operare sul cuore fermo loro ci han paura che io non faccia più il diagnosta, lo so ché i prof medici mi voglion bene ormai…)
  • Ansomma il Dr House da noi al massimo sarebbe sbattuto nell’Appennino a fare le guardie mediche, coi vecchi che lo minaccerebbero col bastone, senza riuscire a fare una diagnosi.
Pare un po’ triste, perché sinceramente l’intreccio di House, i tratteggiamenti dei personaggi e cose varie son molto belle, ma medicalmente stan tirando fuori dei casi che sono delle complete troiate, ve lo dico eh. [cheppoi dopo voi dite che siete cultori della medicina ma in realtà vi formate su ‘sti telefilm e non sapete una ciospa. Era meglio quando c’era solo ER, mi sa, con Ciccio e Ross]

Riesco però anche a mettermi i calcagni dietro al collo.

Ho uno strano rapporto con il mio corpo.

Spettate, non parlo di onanismi vari, sebbene quando studio oltre a massacrarmi sistematicamente il viso grattandolo (infatti il mio acne juvenilis -lol- non ne giova) mi cadono un po’ anche le mani sull’apparato mammario. Non so, deve essere una cosa tipo quando voi maschi vi dirigete a controllare se qualcosa lì a livello cavallo-dei-pantaloni non sia volata via (del resto si appella anche col nome di volatile, posso capire che vi prema verificare che lì sia tutto apposto).

Ho uno strano rapporto col mio corpo perché fosse per me io vivrei bene come una delle teste di Futurama.

Vi racconto: io la sera, quando mi assopisco, mi sento meglio dacché pare che il mio corpo prema con la gravità sul materasso e che mi senta non so, come più leggera. Tipo le squinzie lì delle pubblicità in-quei-giorni.
Poi se non ce la faccio ad addormentarmi c’è l’annoso problema di dove mettere le braccia se mi addormento sul fianco destro. Capita poche volte, dacché il sinistro, essendo consigliato per noi malati d’intestino, è arrivato ad essere il mio preferito. Col braccio destro, causa iperestensione della spalla e cazzi vari che portano la stessa a fare rumori che Dario Argento campionerebbe volentieri per il prossimo film, è un troiaio.
Stanotte provavo a dormire ma sentivo il rumore della mia tachicardia e mi dava noia.

La cosa più ganza però è svegliarsi la mattina (turutur… ehm) e pensare: "toh, ora mi gratto il naso con la mano destra".
Attendere.
La mano destra non si adduce verso il viso.
Riprovare la connessione neuronale.
Nisba.
Armeggiare con la mano sinistra verso la parte destra del corpo e trovare il braccio.
Una volta trovato non preoccuparsi se freddo e se lo senti come corpo estraneo ma dargli una scrollatina come se fosse quell’aggeggino lì che i maschi usano per mingere.
Muoverlo un altro po’, e appena lo risenti un po’ parte del tuo corpo continuare a muoverlo così tanto per dargli della dignità.

Per quello sono ambidestra.

Forse leggendola chiamereste il telefono azzurro.

Ma anche, pacatamente, serenamente, ma anche credo di no.

Mia mamma spesso quando mi lamento che sto male ride.
[leggete anche dopo, l’altro periodo, sennò già vi preoccupate di maltrattamenti, voi]
Di solito si dice che io, quando sto male male di dolori si innesca un meccanismo di risposta neuronale che inizio a lagnarmi e sparare cazzate assieme. Ottenendo un risultato tragicomico.
Ma l’85% quando sto male sto zitta.

Dialogo medio, infatti.
Mamma: "cos’hai ti vedo preoccupata…"
Fran: "mah, niente…."
Mamma: (insiste un po’) "sicura?"
Fran: "mah, soltanto indica un disturbo che sull’ascoltatore da un medio impatto tipo il crollo della borsa del ’29… nulla di che"
Mamma: "oddio, diciamolo al dottore domani"
Fran: "mannò, poi passa…"
Mamma: "…"
Fran: "tanto già mi fa così da 4 mesi, ma poi passa quando si è stancato. O al massimo peggiora."
Mamma: "oddio"
[in media dopo la mamma non dorme per giorni e se mi sveglio noto che mi osserva. Quindi è meglio quando faccio l’85% delle volte silenzio e incosciente contrizione con me stessa.]

In compenso ora il mio corpo si sta autoregolamentando: il mio reflusso acido gastroesofageo arriva in gola e sta finalmente bruciando la mucosa della mia faringe, angustiata dall’infiammazione cronica. Mi strozzo eh, ma almeno forse qualcosa si risolve.
[sono un’incosciente dimmerda, lo so. Ma se non fosse così non farei il medico, pensa se sapessi tutti i rischi di malanni che posso prendere e le denunzie che mi farete. Che bella, l’incoscienza, a volte. Non svegliatemi eh, che pare brutto…]

Questa è scienza (che cos'è la scienza? -cit-)

Perché oltre a tu, donna partorirai con dolore Iddio nella Bibbia non avvertì di altro?

Perché totalmente, ma forse si leggeva come un foglietto illustrativo e quindi nella traduzione dall’aramaico s’è un po’ persa, doveva suonare come: tu, donna, partorirai con dolore dopo nove mesi che pesanti è dir poco. Per non parlare di tutto il resto del tempo quando dovrai rinnovare il tuo endometrio uterino in mestruazioni. E poi, se il Signore ti vuol mettere alla prova, ci sono anche le malattie autoimmuni, ma solo per voi donne eh. Tutto ciò, solo riassunto. Ah, e tu uomo lavorerai con sudore, poi verrà la parità tra i sessi o una cosa simile e suderai anche te, donna.

[dite che alla Sapienza mi danno la laurea ad honorem?]

How to: approcciarsi ai soccorsi.

Breve guida a chi decide di sentirsi male. Caro lettore, ti vedo a te a sessantanni a ripigliare ‘sto post e impararti questo simpatico vademecum.
Casualmente questo corso verrà improntato sui problemi cardiaci. Perché? Ovvio ho un’esperienza assurd… ehm, dicevo, ovviamente perché sono tra i più diffusi per quanto riguarda le emergenze.
  • Prima cosa: quando sai di essere un colabrodo tieniti una borsina con due cose tue, ché si sa mai quanto ti ci tengono lì a $repartonosocomiale. Perché a volte se perdi coscienza il protocollo prevede tagliare i tuoi abiti, e perdonami la franchezza o lettore, sono cazzi se te devi uscire dopo nuovamente e no, non hai parenti attorno. Non è come in ER che ti trovavano degli abiti così, a caso. Ormai nei nosocomi mancano anche le cappe verdi da prestarti come t-shirt.
  • Seconda cosa: te esprimiti in modo semplice. Al triage sennò si incazzano se hai nozioni minime. Potrebbero deriderti e te, che già stai soffrendo e pensi che il parto al confronto sarà uno starnuto, potresti reagire male, molto male, con le forze residue che hai. Quindi al massimo digli che hai la bua qui, poi fanno domande e lo capiscono. Se sei studente di medicina dillo solo di fronte al collega con nonchalance a mezza voce e abbassando gli occhi. Pensa, se ti capita come a me che vedi più spesso il Pronto anziché le persone a cui tieni puoi ovviare questo passaggio, figata, neh?
  • Terza: abbiate pazienza. Specie se entrate sempre con codice giallo. Siete troppo poco moribondi e molto poco baldanzosi. Rompete. Sperate che alcuni coglioni non si facciano male nel frattempo e che gli anziani non si lamentino che te giovine gli stai ciulando la fila, ed essendo così giovane non puoi star male.
  • Quarta: pensate alla prima cosa bella che potete fare appena usciti.  Sembra una stronzata, non lo è. Sapere che c’è qualcuno o qualcosa che potrà confortarvi in quei momenti è meglio di qualsiasi medicamento. Di contro, non pensate alle cose "brutte". Pesano molto di più. In caso c’è da fare una terza cosa. Non pensare e iniziare al massimo a pensare se i muri son di muratura o cartongesso.
  • Quinta: l’adagio di House che tutti i pazienti mentono è instillato nelle nostre menti mediche. Quindi il medico di turno vi farà tutte domande per capire se davvero voi non siete dei drogatidimmerda che rantolano lì in fibrillazione atriale/pneumotorace/angina/salcazzo perché siete delle teste di cazzo (da curare, ma teste di cazzo).
  • Sesta: quando uscite o vi sbattono fuori cercate di capire che non state bene. Aspettate cinque minuti nei dintorni, in caso siete già in luogo.
  • Settima: tornare a casa a volte è sempre la cosa più bella, altre volte è una cosa che vi pesa tantissimo e vi farà iniziare a pensare a tante cose, a seconda della paura che avete avuto.
  • Annotazione: di solito il volontario/barelliere è persona con cui avere fiducia reciproca. Non sfanculatelo, abbiate pietà di lui.
Seguiranno altre brevi annotazioni sulla vita del lungodegente (suggerimenti?)
[P.s. Sì, stamani il mio muscolo cardiaco dava nuovamente grossi problemi. Prima o poi il punto sette me lo gioco, mi sa.]